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Occhio, ci tassano anche la Pasqua: la fregatura dentro l'uovo

Giulio Bucchi
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Europa e governo ci "tassano" anche la Pasqua. No, per una volta non si parla di soldi ma di tempo, quello da dedicare alle famiglie, agli amici o semplicemente a se stessi. Quest'anno infatti il passaggio dall'ora solare all'ora legale coincide con la Pasqua: sabato sera 26 marzo, alle 2 di notte, dovremo portare avanti di un'ora la lancetta degli orologi. Risultato, come ogni anno: 60 minuti di luce in più per 6 mesi, ma 60 minuti in meno il primo giorno. Pasqua, appunto. Un contrattempo per chi magari deve mettersi in movimento proprio la mattina di domenica per trascorrere un giorno o due (o soltanto qualche ora) di vacanza. Chi decide l'ora legale - A stabilire l'ora legale è un combinato disposto. C'è la Direttiva 2000/84/CE del Parlamento Europeo, che stabilisce il passaggio "ogni ultima domenica di marzo". Direttiva concretizzata dal decreto esecutivo del Presidente del Consiglio, che di anno in anno (con 12 mesi di anticipo) "annuncia" il giorno in cui scatterà l'ora legale. Calendario alla mano, dunque, era inevitabile la coincidenza nefasta. Domanda da profani: perché non pensare a una deroga per venire incontro una volta tanto alle esigenze degli europei che non godono di settimane filate di ferie (a differenza di qualche parlamentare)? Occhio alla data - Forse però, l'ostacolo era troppo arduo: innanzitutto perché la Pasqua è una festa cristiana, e gli euro-burocrati avrebbero potuto temere di infrangere il dogma del politicamente corretto. Secondo: conoscendo i tempi tecnici di Bruxelles e Strasburgo, sarebbe occorso troppo tempo. Allora segniamoci questa data: 31 marzo 2024, sarà la prossima volta in cui Pasqua e ora legale coincideranno. Meglio organizzarsi per tempo e chiedere un intervento dall'alto, già da ora.

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