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Promessa del sincro: niente gare perché straniera

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La sirenetta di Camposampiero messa in panchina perché nata da genitori africani

Eleonora Tesconi
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Il sogno di una giovane sirenetta del nuoto sincronizzato, dieci anni appena, è stato stroncato sul nascere dalla legge italiana: figlia di africani, non può gareggiare perché ancora straniera. Il verdetto è stato inflitto a una ragazzina di Camposampiero, comune nella provincia di Padova. Nonostante la campionessa sia nata dieci anni fa nel nostro paese, ma da genitori nordafricani, per la legge è ancora una straniera. La Federazione di nuoto le ha così decretato lo stop alle gare alla soglia del suo debutto agonistico. A niente sono valsi i tentativi del padre, emigrato - e integrato - in Italia ormai da dodici anni, di trovare un cavillo nella normativa e permettere così alla figlia di gareggiare insieme alle compagne e non rimanere sui blocchi a guardare svanire il suo sogno. "E' una strada lunga - ha spiegato Mirko Patron, sindaco della provincia di Padova -, come Comune non possiamo intervenire". Il padre, scoraggiato dalle polemiche, sembrerebbe intenzionato a fermare in partenza la strada sportiva della figlia, anche se la società in cui milita la giovane si stia impegnando a farla partecipre a ogni trasferta come riserva, senza però farla scendere in acqua. Certo, è dura per una sirenetta vedere la piscina solo da lontano.

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