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La dottoressa di Catania stuprata: "Io, violentata e poi tradita da Boschi e Lorenzin"

Eliana Giusto
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Due mesi fa un paziente violento è entrato in piena notte nella guardia medica di Trecastagni, in provincia di Catania e l'ha stuprata. Per tre ore l'ha violentata senza che lei potesse chiedere aiuto o opporre resistenza. Ora la dottoressa Serafina Strano, parla in una intervista al Giorno e non risparmia attacchi alle due ministre Maria Elena Boschi e Beatrice Lorenzin. "La guardia medica è una zona franca, non solo in Sicilia, ma in tutta Italia. È da settembre che lancio appelli, inascoltati alle Asp, innanzitutto, che dovrebbero garantire sicurezza e incolumità. Sono passati due mesi e si fanno solo chiacchiere", invece servirebbero davvero "le guardie armate, i vigilantes. Le mie colleghe le ho sentite, sono terrorizzate perché le aggressioni continuano, anche se non si vengono a sapere". Di più, la Strano si sente "violentata anche dalle istituzioni", "l'unica che si è rivolta nei miei confronti in maniera umana e sincera, da donna, è stata la presidente della Camera, Laura Boldrini". Per il resto, "solo un silenzio assordante". Per la ministra Lorenzin, "sono molto rammaricata", "ha fatto delle dichiarazioni formali subito dopo la vicenda e non si è degnata neppure di telefonarmi. Si è limitata alla buffonata dell'invio degli ispettori ministeriali". E rincara: "Come posso essere in sintonia con donne come la Lorenzin, che si fa negare anche al telefono, o come la Boschi". Proprio la sottosegretaria "in questi giorni era a Taormina, a pochi chilometri da qui, per il G7. Un'inutile passerella. Come crede che mi sia sentita quando vedevo lei e le sue colleghe passeggiare e sorridere accanto al mare?".

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