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Ponte Morandi, parla il capo dei comitati No Gronda: "Sono in Toscana"

Gino Coala
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Da anni tecnici e semplici osservatori temevano che il ponte Morandi di Genova potesse crollare prima o poi. Da quasi trent'anni in città si discute della costruzione di una bretella, poi diventata più nota con il nome di Gronda, una strada alternativa a quel tratto della A10 che avrebbe alleggerito il traffico sulla struttura crollata il 14 agosto e che ha ucciso almeno 38 persone. Un progetto osteggiato da diversi comitati, per buona parte capeggiati dall'ex consigliere comunale del Movimento Cinque Stelle, Paolo Putti, oggi nella lista civica Chiamami Genova. Leggi anche: Ponte Morandi, i familiari delle vittime rifiutano i funerali di Stato: "Si devono vergognare" E la rabbia dopo il disastro è esplosa quando fuori Genova gli italiani hanno scoperto come i No Gronda si spingevano anche a deridere chi negli anni passati metteva in guardia da possibili crolli del ponte: "Ci viene raccontata la favoletta dell'imminente crollo, potrebbe star su altri cent'anni", scrivevano sulla base di chissà cosa i comitati No Gronda di Putti in un comunicato del 2013. Scoppiata la bufera, Putti è scappato da Genova per rifugiarsi in Toscana. Sulla carta, ha raccontato al Corriere della sera, per raggiungere la famiglia: "Avevo bisogno di un momento di serenità. Voglio solo evitare tensioni in questo momento di dolore". Su quella frase infame, Putti si giustifica scaricando la colpa su chi lo ha consigliato male: "Si è trattato di una frase scritta in un momento di aspro dibattito politico. E in ogni caso noi riportavamo un dato di Autostrade per l'Italia che definiva il ponte sicuro. Questo mina alla base qualsiasi certezza". Di pentimento si fatica a trovare traccia: "Dico che se non ti puoi fidare di super ingegneri di chi ti devi fidare per avere un dato scientifico attendibile? Per il resto non rinnego le mie battaglie: io volevo e vorrò sempre una Genova integrata, dove gli obiettivi imprenditoriali tengano conto delle condizioni di vita della gente, dove non ci siano altre autostrade che passano fra le case". Chi sono i No Gronda che per anni hanno frenato la realizzazione di uno sfogo indispensabile per il traffico di Genova lo spiega meglio di chiunque altro lo stesso Putti: "Si tratta di persone semplici, il lattaio, la casalinga, il pensionato, che si trovano a essere insultati e colpevolizzati per una cosa lontana dalla loro responsabilità. C'è gente che scrive cose impressionanti: 'Su quel ponte dovevate esserci voi!'".

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