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Alluvione mortale a Livorno, l'orrore come a L'Aquila: "Adesso brindiamo"

Giulio Bucchi
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L' alluvione di Livorno come il terremoto de L' Aquila, con imprenditori e funzionari che al telefono si dicevano pronti a brindare per l' esondazione che nel settembre 2017 seminò otto morti. Da qui la stretta della Polizia, con il capo della squadra mobile di Livorno Salvatore Blasco che ha voluto illustrare con il questore Lorenzo Suraci le indagini dirette dalla Procura che hanno portato al nuovo arresto di Riccardo Stefanini, ex coordinatore della protezione civile del Comune. «Ci siamo allarmati - ha spiegato Blasco - quando da alcune intercettazioni abbiamo sentito dire da alcuni imprenditori "brinderemo all' alluvione"». Le accuse di turbativa d' asta e truffa ai danni dello Stato hanno portato il gip di Livorno a emettere due ordinanze di misura cautelare ai domiciliari con braccialetto elettronico e una terza misura interdittiva. Provvedimenti che hanno interessato, appunto, l' ex coordinatore della Protezione civile del Comune di Livorno Riccardo Stefanini e l' imprenditore Emanuele Fiaschi, titolare della Tecnospurghi. La terza misura è stata notificata a carico di Nicoletta Frugoli, rappresentante commerciale della società "ComunicaItalia" di Roma. Per gli investigatori il giro di affari era milionario e fatto alle spalle dello Stato, con sacchi di sale pagati a peso d' oro e la gara per il servizio di allerta meteo truccata. E poi la frase che ha lasciato basiti gli investigatori, quel «brinderemo all' alluvione» che ha ricordato biecamente il dramma de L' Aquila e l' inchiesta che la travolse nel post terremoto. Nel corso delle indagini sono così emersi a carico di Stefanini, Fiaschi e Frugoli elementi probatori per il reato di "turbativa d' asta in concorso" rispettivamente tra Stefanini e Fiaschi sull' aggiudicazione della gara "Multiservizi" e tra lo stesso pubblico impiegato e Frugoli per l' aggiudicazione della gara "Alert system". L' ex coordinatore della Protezione civile di Livorno, che si occupava anche alle gare d' appalto, di fatto "pilotava" le procedure per farle aggiudicare ai due complici. «Sono state - ha scritto la polizia in una nota - accertate gravi irregolarità compiute da Stefanini nel calcolare i costi degli interventi svolti dalla ditta Tecnospurghi di Fischi in occasione dell' allerta meteo per neve/ghiaccio del 25-26 febbraio e del 1 marzo 2018». Dalle prove raccolte Stefanini, con il concorso del Fiaschi, avrebbe artificiosamente aumentato orari e mezzi impiegati dalla ditta, gonfiando per migliaia di euro le spese sostenute dal Comune di Livorno. Addirittura i lavori di spargimento di sale sulla strada, effettuati spontaneamente da un volontario e non messi a bilancio dal Comune, sono stati attribuiti alla Tecnospurghi poi pagati per i lavori mai eseguiti. Non solo. Ogni sacco di sale da disgelo da 20 chili è stato pagato dal Comune di Livorno 15 euro esclusa iva, mentre nel 2013 il Comune di Pisa ha pagato per lo stesso tipo di prodotto, un pacco di sale da 25 chili, costava 3.35 euro compresa iva. Di più. Per quattro zaini di rappresentanza contenenti piccoli accessori, donati alle scuole in occasione della manifestazione annuale, indetta dalla Protezione civile, il Municipio è arrivato a pagare alla ditta Tecnospurghi ben 1000 euro. Poi quel «brinderemo all' alluvione», intercettato dieci anni dopo le risate che Francesco De Vito Piscicelli confessò di essersi fatto nel letto durante il terremoto a L' Aquila nell' alba del 6 aprile del 2009. Una frase per la quale il sindaco Filippo Nogarin si è detto amareggiato e schifato. «Ferisce i familiari delle vittime - ha ricordato il sindaco -, la mia città e tutti coloro che con onestà e dedizione hanno operato in nome e per conto di questa amministrazione». di Giuseppe Spatola

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