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Stefano Cucchi, il pm: Angelino Alfano riferì in Senato il falso su atti falsi

Cristina Agostini
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Angelino Alfano ha mentito sul caso Cucchi. Il depistaggio sulla morte di Stefano Cucchi, avvenuta all'ospedale Pertini sei giorni dopo l'arresto, ebbe inizio il 26 ottobre del 2009 quando, a seguito di un lancio dell'agenzia Ansa delle 15.38 relativo a una pubblica denuncia presentata da Patrizio Gonnella e Luigi Manconi sulle (buone) condizioni di salute del ragazzo, "iniziano a pullulare dal Comando Generale dei carabinieri richieste di annotazioni, comprese quelle false e quelle sotto dettatura, su input della scala gerarchica della stessa Arma, che fino a quel momento non aveva attivato alcuna inchiesta interna a differenza del Dap". "Quelle annotazioni - ha detto nel processo in assise il pm Giovanni Musarò - non servivano alla procura di Roma che aveva aperto un fascicolo contro ignoti ma erano destinate all'allora Gabinetto del ministero della Difesa che le veicolò al ministro della Giustizia dell'epoca Angelino Alfano che il 3 novembre di quell'anno doveva rispondere al question time. E per paradosso Alfano riferì al Senato il falso sulla base di atti falsi che gli erano stati trasmessi dal Gabinetto". Leggi anche: L'Aria che tira, il colpaccio mostruoso di Myrta Merlino: chi porta in studio su La7 In particolare, il ministro Alfano disse, sulla base di quelle informative pervenutegli dalla Difesa seguendo la scala gerarchica dell'Arma, "che Cucchi era stato collaborativo al momento dell'arresto, omettendo ogni passaggio presso la compagnia Casilina e che era già in condizioni fisiche debilitate quando venne fermato dai carabinieri. Da qui - ha precisato il pm - cominciò una difesa a spada tratta dell'Arma che si tradusse in una implicita accusa nei confronti degli agenti di polizia penitenziaria che avevano preso Cucchi in custodia per il processo. Il fascicolo dei pm Barba e Loy era fino a quel momento contro ignoti ma per uno strano gioco del destino il 3 novembre del 2009, non appena Alfano finì di rispondere all'interrogazione di Roberto Giachetti, si sedette nel pomeriggio davanti ai magistrati il detenuto gambiano Samura Yaya che riferì di aver sentito nelle camere di sicurezza del tribunale una caduta di Cucchi. Una caduta! Dichiarazione, quella del detenuto, che è stata ritenuta inattendibile con sentenza definitiva", ha concluso il pm.

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