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Vaticano, Papa Francesco nega il problema Islam: svuota i campi di migranti in Africa e li porta in Italia

Giulio Bucchi
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Per Francesco e la sua corte il pericolo islamico continua a non esistere. Nei giorni scorsi hanno finto di non vedere che le stragi di cristiani compiute in Sri Lanka sono state opera di terroristi musulmani. Padre Antonio Spadaro, direttore della rivista dei gesuiti e primo consigliere politico del pontefice, è giunto a definire quell' eccidio un «attacco allo Stato», anziché alla cristianità, in modo da derubricare la persecuzione religiosa a conflitto politico locale. Come se l' Isis non avesse rivendicato quegli attentati e nel Corano non fossero prescritti, a proposito di noialtri infedeli, trattamenti tipo «prendeteli, fateli morire ammazzati ovunque si trovino» e altre cortesie del genere. Adesso, in Vaticano, si ostinano a ignorare il rischio dei terroristi e dei foreign fighters nascosti in mezzo alle decine, forse centinaia di migliaia di persone pronte a partire dalle coste libiche verso l' Italia. La proposta di Jorge Mario Bergoglio è semplice e l' ha illustrata ieri: portare qui tutti i profughi, subito, iniziando da coloro che si trovano nei campi gestiti dal governo di Fayez al Serraj, dove secondo le agenzie delle Nazioni Unite sono rinchiuse 5.700 persone. Ai fedeli in piazza San Pietro, il papa ha detto: «Vi invito ad unirvi alla mia preghiera per i profughi che si trovano nei centri di detenzione in Libia, la cui situazione, già molto grave, è resa ancora più pericolosa dal conflitto in corso». Quindi ha lanciato l' appello «perché specialmente le donne, i bambini e i malati possano essere al più presto evacuati attraverso corridoi umanitari». E vista la cartina geografica e l' atteggiamento della comunità internazionale - a partire dai Paesi arabi, impegnati ad alimentare la guerra tra il generale Khalifa Haftar e Serraj - ci sono pochi dubbi su dove terminerebbero quei «corridoi»: nei nostri porti. A incrementare i numeri che hanno fatto dell' Italia, nel 2018, il secondo Paese europeo, dopo la Germania, per la concessione di protezione internazionale ai profughi. Leggi anche: Il Papa dona mezzo milione ai migranti. Così usano i soldi in Vaticano Miliziani - Il dubbio non riguarda la presenza di terroristi tra chi vuole arrivare qui: il fatto che ce ne siano è confermato da tutte le fonti. Come è certo che miliziani dell' Isis si trovino oggi a piede libero in Libia, impegnati a compiere attentati. Serraj, nei giorni scorsi, ha detto che «ci sono oltre 800mila persone, migranti africani e cittadini libici, gente arrivata di recente nei centri di accoglienza o semplicemente persone spaventate, che potrebbero cercare di raggiungere le coste italiane. E con loro possono esserci elementi criminali, oltre a unità di jihadisti pronte a colpire». Secondo il suo vicepremier, Ahmed Maitig, «circa quattrocento prigionieri dell' Isis detenuti tra Tripoli e Misurata» potrebbero fuggire verso le coste europee approfittando del caos. Parlano di «centinaia di terroristi islamici pronti ad arrivare in Italia» gli uomini del Viminale, i quali ricordano che proprio l' emergenza antiterrorismo ha spinto la Francia a chiedere di prorogare per sei mesi la chiusura delle frontiere. Prudenza - Ce n' è quanto basta per mettere paura e consigliare prudenza anche a chi ha cuore la sorte dei profughi. Fosse pure il papa, perché le chiese sono tra i bersagli preferiti dei mujaheddin e si è visto che quelle europee non fanno eccezione. Il modo per salvare vite senza metterne a rischio altre e dare accoglienza a chi la merita c' è, ma prevede l' impegno dei Paesi musulmani e di organizzazioni come quella per la cooperazione islamica, che ha sede a Gedda, in Arabia Saudita, e raggruppa 57 Stati. Alcuni dei quali, come la stessa monarchia di Riad, hanno scommesso sul disordine libico, appoggiando Haftar, e sono stati premiati con il rialzo del prezzo del petrolio, che dall' inizio dell' anno è cresciuto del 55%. Un intervento umanitario organizzato da loro dovrebbe essere il primo obiettivo di Francesco, tramite quel dialogo interreligioso al quale tiene tanto, e della comunità di Sant' Egidio, grazie alle proprie relazioni diplomatiche. Vaticano e organizzazioni terzomondiste sono invece in prima fila tra chi vuole far credere che l' unica soluzione possibile passi per l' Europa, anzi per l' Italia. Così rafforzano il ricatto dei regimi islamici, che anziché accogliere i loro correligionari nell' ora del bisogno trovano più conveniente spedirli da noi, per la maggior gloria di Allah. di Fausto Carioti

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