Giustiza, monito di Napolitano
"Non interferire con le Camere"
In materia di giustizia non bisogna interferire con le Camere. Il monito del presidente Giorgio Napolitano arriva forte e chiaro: "Sui molteplici problemi relativi allo stato attualedell'amministrazione della giustizia e alla sua riforma si imponefinalmente un franco e costruttivo confronto, nelle sedi appropriate,tra tutte le istanze istituzionali interessate, nel reciprocorispetto". Il capo del Quirinale, in una nota diffusa dal Quirinale dopol'incontro con il Comitato di presidenza del Csm, ha sottolineato che "il libero scambio diopinioni, e l'espressione di divergenze sulle soluzioni da adottare non dovrebbero dar luogo acontrapposizioni esasperate né interferire nella fase delle decisioniche spettano al Parlamento". Nel frattempo Napolitano ha ha respinto le dimissionidei componenti del Consiglio Superiore della Magistratura Giuseppe MariaBerruti, Vincenzo Maria Siniscalchi e Vincenza Maccora della V Commissioneconsiliare. I tre consiglieri, tutti ex presidenti della V Commissione,deputata alle nomine nella magistratura, si erano dimessi la settimana scorsadalla commissione medesima, in aperta polemica con il ministro della GiustiziaAngelino Alfano, che aveva parlato di «eccessiva lottizzazione» delle nominefra le correnti. Pienamente d'accordo con il monito di Napolitano si è detto Angelino Alfano, ministro della Giustizia: "Mi riconosco nelcomunicato del presidente della Repubblica: rasserena i rapporti traistituzioni che hanno il dovere di collaborare. Continuerò a collaborare rispettando le parole del presidente Napolitano -aggiunge - che ben si sposano con il dovere di verità che incombe su chi èchiamato dalla Costituzione al buon funzionamento dei servizi relativi allagiustizia. Confido - sottolinea Alfano - che anche le altre istituzioni e l'Anmprestino lo stesso sincero ascolto alle parole di Napolitano".