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Agrigento, sigilli all'ospedale

È a gravissimo rischio sismico

Michelangelo Bonessa
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Militari della guardia di finanza hanno notificato unprovvedimento di sequestro cautelativo dell'intero complesso ospedaliero SanGiovanni Di Dio di Agrigento per gravi carenze strutturali degli edifici che locostituiscono tali da esporre a gravissimo rischio sismico l'intero manufatto.Dovrà essere sgomberato in un mese. Il dispositivo è stato emesso dal GipAlberto Davico, che ha accolto la richiesta del procuratore della Repubblica,Renato Di Natale, dall'aggiunto Ignazio Fonzo e del sostituto AntonellaPandolfi e eseguito dalle Fiamme gialle di Agrigento, al comando del tenentecolonnello Vincenzo Raffo. L'inchiesta, con diversi indagati a diversi livellidi responsabilità, è ancora aperta e sono in corso ulteriori accertamentidisposti dai magistrati. Il legale rappresentante dell'azienda ospedaliera èstato nominato custode dell'immobile sequestrato. Il Gip ha concesso 30 giornidi tempo per l'adozione di provvedimenti a tutela dell'incolumità del personalesanitario ed amministrativo e dei degenti, compreso lo sgombero dell'interastruttura.  L'inchiesta-Il 5 marzo scorso la procura di Agrigento iscrisse 22 persone, fra tecnici,funzionari, manager dell'azienda ospedaliera, progettisti ed imprenditori, nelregistro degli indagati per l'inchiesta sulla qualità dei materiali usati perla costruzione del nuovo complesso ospedaliero di contrada Consolida adAgrigento. Tra i reati ipotizzati l'associazione per delinquere, l'abuso diufficio, l'omissione di atti di ufficio, il favoreggiamento e la truffa.L'inchiesta, coordinata dal procuratore della Repubblica Renato Di Natale, sembròsubito una indagine gemella a quella che aveva già riguardato il cementoutilizzato per la costruzione di un padiglione dell'ospedale Sant'Elia diCaltanissetta. Gli avvisi di garanzia, all'inizio di marzo, furono emessi dopouna perizia disposta dalla procura dalla quale emersero le gravi carenze nellaqualità dei calcestruzzi usati per alzare, cinque anni prima, la struttura. Leprove tecniche, cosiddetti «carotaggi», realizzate in ogni punto dell'ospedaleSan Giovanni di Dio avrebbero evidenziato, in particolar modo, che ilcalcestruzzo utilizzato era «depotenziato» cioè con una alta percentuale disabbia e dunque fin dai primi sondaggi non è mai stato escluso un alto rischiodi crolli. Il perito Attilio Masnata nominato dalla procura già alla primatranche di rilievi presentò una relazione tecnica preoccupante: secondo ilperito l'ospedale non poteva essere collaudato e doveva, dunque, esseredichiarato inagibile.

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