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Conte dal Papa, che cosa c'è dietro davvero. Si gioca il tutto e per tutto: la manina vaticana

di Maria Pezzi domenica 16 dicembre 2018

4' di lettura

Le foto! Non ci sono discorsi, non si sentono preghiere, ma le immagini sono oro per la Patria. Equivalgono a un punto di Pil, a una discesa in pascoli sereni dello spread. Il sorriso del Papa va dalle Appennini alle Ande, e tira su il morale finito sotto i tacchi a Giuseppe Conte. Bisogna capirlo, poveretto. Dopo essere andato con il cappello in mano e lo stuoino tascabile da Angela Merkel a Berlino, e averne ricevuto un' accoglienza sintetizzabile in tre parole «Niet, Achtung, Raus!», il premier aveva bisogno di sorbirsi una pozione ricostituente. È stata una rugiada risanatrice. Il bollettino della Santa Sede ha dato notizia dell' evento a mezzogiorno di ieri con sobrie parole: «Il Santo Padre Francesco ha ricevuto questa mattina in Udienza: S.E. il Signor Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio dei Ministri d' Italia». Nient' altro, nessun comunicato per specificare i contenuti del colloquio dell' incontro iniziato alle 10 nel Palazzo Apostolico, alla Terza Loggia, e durato 45 minuti, che è parecchio per una «visita di cortesia». Tutto come da protocollo. Gli incontri ufficiali tra istituzioni vaticane e italiane di massimo rango sono riservati allo scambio di visite e di discorsi tra il Papato e il Quirinale, che sono pari grado. Un presidente del Consiglio italiano può interloquire in via formale e solenne con il Cardinale Segretario di Stato (nel nostro caso sarebbe Parolin). Per approfondire leggi anche: Mara Carfagna massacra Conte dal Papa Un successo - Dunque questo è il massimo concesso. La sintesi e il successo politico stanno nel fatto in sé. Con il supplemento d' anima, ma anche di pane e companatico, di queste foto dove il volto del Papa è aperto e senza riserve, nessuna percezione di ombre, alzate di ciglia, striature del labbro: il corpo conta, e comunica parecchio delle intenzioni. Insomma, Conte ha ricevuto un' accoglienza sontuosa. Per un politico alla canna del gas, una «visita di cortesia» svoltasi con queste modalità è una benedizione urbi et orbi, alla città e al mondo, ma anche ai sordi e ai ciechi di Bruxelles e dintorni. Conte se la gioca e giocherà politicamente così. Spiritualmente è un fatto suo e del Papa. «Tutto ciò che è privato, è anche pubblico» dettò la mistica Adrienne von Speyr, molto stimata da Bergoglio. E Francesco ha voluto comunicare solo cordialità e fiducia. Come spiegare questa volontà di dare un messaggio positivo da parte del Papa? Le ragioni sono due. 1- Il Pontefice ha compulsato un dossier su Giuseppe Conte, professore e politico cattolico, molto positivo. Il sito Il Sismografo, ritenuto il canale ufficioso ma sicuro degli umori papali, dando in modo anodino la notizia dell' incontro, peraltro in due puntate, e la seconda diffondendo solo sgargianti fotografie, caso rarissimo, ha tenuto a precisare che non è il primo. Scrive: «Il Papa ha già incontrato il Premier Conte prima di diventare Presidente del Consiglio dei Ministri, nel giugno del 2016. In quell' occasione Papa Bergoglio si era recato in visita pastorale a Villa Nazareth, a Roma, il collegio per la formazione universitaria frequentato da Conte durante gli anni degli studi nella capitale». Non solo a quel tempo: di Villa Nazareth Conte è stato, dal 1992 al 2013, curatore degli scambi e delle relazioni culturali con le università straniere, in particolare americane.  Villa Nazareth è l' opera prediletta del cardinal Achille Silvestrini, oggi 95enne, curiale romagnolo potentissimo e progressista. Soprattutto pesa agli occhi del Santo Padre il rapporto di amicizia e stima di Conte con il cardinal Angelo Becciu, fino a poco fa sostituto segretario di Stato, di fatto il più stretto collaboratore di Francesco. L' alto e intelligente prelato mantiene solide relazioni con il premier, ne è per così dire il cardinale protettore. Come tale - in modo pertinente, date le strette connessioni della sicurezza italiana con quella vaticana - il porporato ha detto parole importanti per la nomina del generale Luciano Carta a capo dei servizi segreti esteri: e Conte ha accettato d' accordo con Mattarella.  E questa buona disposizione ai desiderata vaticani ha avuto certo il suo peso nel soccorso papale a Conte. 2 - Francesco è perfettamente consapevole di come sia orientato oggi il popolo italiano in politica, e di come molta gente che dà appoggio a Salvini e a questo governo, proprio sull' immigrazione e la sicurezza, sia cattolica e patisca molto l' incomprensione dei pastori nei confronti del suo disagio. Francesco ha voluto identificare l' autorità politica con il popolo che rappresenta, e in questa occasione ha deciso di manifestare simpatia e cordialità. Consapevole anche di cosa questo significhi per orientare gli atteggiamenti di Bruxelles. Il regalo - Conte è uscito festante dall' incontro. Lo ha raccontato evidentemente sollevato così: «Ci siamo confrontati sui temi delle diseguaglianze sociali, delle migrazioni, dell' ambiente, della pace. È stato un incontro molto toccante, che mi rinnova nell' impegno politico, etico, sociale a operare con grande determinazione per migliorare la nostra società e per rendere tutti i cittadini pienamente partecipi del nostro progetto di benessere sociale ed economico». Benessere è una parola grossa, ma bisogna capirlo: Conte ha i piedi sollevati da terra. Del resto ha regalato al Papa una preziosa edizione della Divina Commedia commentata da Niccolò Tommaseo. Come recita l' ultimo verso dell' Inferno dantesco: «E quindi uscimmo a riveder le stelle».(Inferno XXXIV, 139). Magari fosse vero. di Renato Farina

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