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Il Viminale caccia i migranti dalla città simbolo della sinistra

di Maria Pezzi domenica 14 ottobre 2018

3' di lettura

 Ventuno pagine fitte, con 34 punti di penalità che danno un ulteriore spallata al modello (solo a parole) Riace. Il ministero dell' Interno, con una nota datata 9 ottobre, ha messo nero su bianco il blocco dei fondi e il trasferimento dei migranti accolti e coccolati da Mimmo Lucano, il sindaco del borgo calabrese attualmente ai domiciliari con l' accusa di favoreggiamento all' immigrazione clandestina e affidamento fraudolento diretto del servizio di raccolta rifiuti a due cooperative della zona. La sfilza di anomalie riscontrate dal Viminale è lunga come l' elenco telefonico, ma per la gran parte non riguarda i finanziamenti, bensì soprattutto gli «aspetti gestionali e organizzativi»: dal pocket money al bonus sostitutivo, dall' affidamento dei servizi alle proroghe delle convenzioni, passando per l' adeguatezza delle strutture deputate all' accoglienza dei migranti, le attività di formazione professionale e le irregolarità nei contratti del personale Sprar. Di qui la chiusura dei rubinetti, giustificata dalla «rilevanza, gravità e persistenza delle inosservanze». In particolare, per quanto riguarda il bonus, il Viminale specifica che questo «non consentirebbe l' accesso a molti negozi (tutti quelli fuori da Riace) che vendono prodotti essenziali per i bambini e sarebbero forieri di manipolazioni in sede cambio valuta». Mentre per gli alloggi, una relazione stilata dagli ispettori Sprar a maggio ha messo in luce che «gli alloggi risultano essere in condizioni igieniche e di arredamenti precarie tanto da costringere le persone che vi dimorano a soluzioni di fortuna in condizioni degradanti di grave abbandono tra animali, insetti, cumuli di bottiglie». Altro che modello Riace tanto sbandierato da Pd, Saviano e promotori dell' accoglienza indiscriminata Ora, non solo i migranti dovranno fare le valigie per essere ridistribuiti, ma il Comune di Riace entro 60 giorni dovrà pure presentare la rendicontazione di tutte le spese sostenute per l' accoglienza. La pacchia è finita. Anche perché, spiega il Viminale, l' obiettivo della revoca è quello di «evitare l' ulteriore protrarsi di modalità gestionali non conformi alle regole che presiedono al corretto utilizzo di finanziamenti pubblici destinati all' accoglienza dei richiedenti asilo». E dire che già dall' estate il ministero aveva bloccato alcuni pagamenti per anomalie nella documentazione presentata dal Comune. Lo stesso sindaco, il 30 luglio, era stato avvisato della revoca dei finanziamenti. Ma anche prima dell' arrivo al Viminale di Salvini si era mosso qualcosa per incrinare il sistema Riace, tanto è vero che gli ispettori ministeriali si erano attivati già nel 2016 e nel 2018 il paesino non ha ricevuto un centesimo. Il presunto modello d' accoglienza che aveva trovato spazio pure sulla copertina della rivista Fortune è pronto per andare in soffitta. A partire da settimana prossima, infatti, i migranti faranno le valigie per essere smistati negli altri centri Sprar sparsi per l' Italia. Ci vorrà almeno un mese perché tutti trovino altre strutture dove poter essere ospitati. «Vogliono soltanto distruggerci. Nei nostri confronti è in atto un tiro incrociato. I nostri legali stanno già predisponendo un ricorso al Tar», ha sentenziato Lucano. Tira dritto, invece, Salvini: «Chi sbaglia, paga. Non si possono tollerare irregolarità nell' uso di fondi pubblici». di Massimo Sanvito

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