Nunzia De Girolamo scrive al Papa: "Perché non posso fare la madrina di battesimo?"

di Giulio Bucchidomenica 31 gennaio 2016
Nunzia De Girolamo scrive al Papa: "Perché non posso fare la madrina di battesimo?"
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Un dolore privatissimo, e così Nunzia De Girolamo ha deciso di scrivere direttamente a Papa Francesco. "Mia sorella ha chiesto a me e a mio marito Francesco (il deputato Pd Francesco Boccia, ndr) di essere rispettivamente madrina e padrino al battesimo di sua figlia. Un parroco di Benevento, nonché il vicario del Vescovo, al quale mia sorella si è rivolta ha risposto che io e mio marito non possiamo svolgere quel ruolo in quanto non sposati in chiesa e, seppur nessuno dei due sia mai stato precedentemente sposato, non abbiamo i titoli per adempiere alla funzione di assistere la bambina nella sua crescita cattolica". Inizia così la lettera-appello della deputata di Forza Italia inviata al Pontefice e pubblicata anche dal Mattino. "Prego per il vescovo" - "Le devo confessare - scrive la De Girolamo - che il diniego mi ha fatto molto male. Credo che la mia situazione sia comune a migliaia e migliaia di persone alle quali oggi viene vietata la concessione dell'Eucarestia soprattutto se separate o divorziate, anche quando questa tragedia è stata subita e non cercata". "Le chiedo perdono per il mio linguaggio - si scusa l'azzurra - ma credo che la Chiesa così si allontani sempre più dalla sua missione e che da essere Madre, e una Madre perdona sempre a chi si avvicina a lei, sia diventata supremo giudice pur non essendolo. Non chiedo nessuna deroga per quanto mi riguarda, ci mancherebbe altro, andrò in chiesa e reciterò la mia preghiera per mia nipote (e anche per il parroco, pur non avendo il dono della santità)". "Disorientata dalla Chiesa" - Poi la critica, a cuore aperto: "Mi sembra di aver smarrito l’indirizzo di quella Chiesa come ospedale da campo, come sottolineato da una Sua straordinaria immagine. E sono talmente disorientata che non riesco a vedere la luce nemmeno nell'analizzare la legge sui diritti civili, che è un dovere assoluto disciplinare. Continuo a pensare che l'impianto generale sia sbagliato, ma mi chiedo se in alcuni momenti non serva quel colpo di rasoio che separi il passato dal futuro e che aiuti a guardare bene il presente. Pur con il timore che le mie idee possano essere considerate sbagliate, chiedo la Sua paterna comprensione e Le chiedo di indicare a me o a quel parroco la strada da percorrere", conclude De Girolamo. 

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