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San Giuliano Milanese, vedova con 5 figli chiede aiuto a Renzi. Il premier: "Mi dia un mese"

di Ignazio Stagno domenica 10 agosto 2014

2' di lettura

Ci ha dato retta. Matteo Renzi, il presidente del Consiglio, ha letto Libero di domenica e ha raccolto il nostro suggerimento: fare qualcosa di concreto per la famiglia (anzi, per la non-più-famiglia) di Monica Ventimiglia, la donna di San Giuliano Milanese, vedova con cinque figli (Emanuele, di 5 anni, è disabile al cento per cento perché affetto da una patologia genetica invalidante) da crescere. Figli che però, per il fisco, non sono più a suo carico perché percepiscono 320 euro al mese di pensione di reversibilità del padre (morto nel settembre del 2012) e dunque superano il tetto massimo annuale di 2.800 euro. Con il risultato che la donna non ha più diritto alle detrazioni per i figli e all’assegno per il nucleo familiare. Il presidente del Consiglio ci ha dato retta e domenica pomeriggio ha chiesto al suo staff di prendersi cura del caso. «Mi ha telefonato Raffaele Tiscar, vice segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri - spiega Monica - dicendomi che mi chiamava per conto di Renzi. Voleva capire la situazione e mi ha chiesto cosa suggerivo. Ho risposto quello che avevo già spiegato nell’intervista, cioè che le strade secondo me sono due: alzare il tetto dei 2.800 euto annui, oppure non considerare più reddito la pensione di reversibilità per orfani. Ha detto che avrebbe tenuto conto delle mie proposte e che entro breve mi avrebbe scritto una mail». Che è arrivata, puntualmente, ieri pomeriggio. Con una buona notizia. «Ho appena discusso del suo caso con Paolo Puglisi, direttore generale Legislazione Tributaria e Federalismo Fiscale del Ministero Economia e Finanze - ha scritto alla donna Raffaele Tiscar -. Da quello che si evince dall’intervista il caso è ben circostanziato. Dopo il necessario approfondimento tecnico, è nostro intendimento sottoporre al presidente del Consiglio alcune soluzioni che potrebbero risolvere il caso da lei evidenziato che potrebbero essere introdotte a partire dalla prossima legge di stabilità il cui iter di approvazione è previsto per il prossimo mese di settembre». Una mail importante. Un impegno che il governo si è preso ufficialmente e pubblicamente per risolvere questa vicenda che ha dell’incredibile. «Spero che si trovi una soluzione in tempi brevi - spiega ora Monica - perchè noi, che attualmente siamo sei singoli sotto lo stesso tetto, vogliamo tornare ad essere una famiglia vera. Questo è ciò che spero e che chiedo. Non altro. Io non voglio la carità da nessuno: per questo motivo non mi è piaciuta la risposta che ha dato a Libero la Regione Lombardia (l’assessore regionale lombardo al Welfare e alla Famiglia, la leghista Maria Cristina Cantù, ha detto: «Per madri come questa c’è un fondo da 70 milioni» n.d.r.). So che a San Giuliano ci sono famiglie messe peggio di noi ed è per questo che non chiedo soldi. Chiedo solo che ci venga riconosciuto il nostro essere famiglia». di Alessandro Dell'Orto

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