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Firenze, truffa nel calcio storico: "Il sindaco Nardella ci deve spiegare"

di Nicoletta Orlandi Posti domenica 27 luglio 2014

3' di lettura

Truffa aggravata nei confronti del Comune di Firenze. La denuncia contro il sindaco renziano Dario Nardella porta la firma di Francesco Torselli. Il Consigliere comunale di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale l'ha distribuita durante una conferenza stampa organizzata a Palazzo Vecchio per rendere pubblico quanto ha scoperto ovvero "una gara d’appalto vinta con un’offerta che prevedeva prestazione di manodopera ad un costo inferiore rispetto a quanto previsto dal CCNL e senza alcun costo aggiuntivo previsto per la sicurezza dei lavoratori. Il calcio storico sospeso con la relativa perdita da parte del comune di Firenze dell’incasso della finale. Un servizio effettuato con meno uomini di quanti ne fossero stati previsti dal disciplinare di gara e dalle autorità di pubblica sicurezza. Una fattura inspiegabilmente maggiorata rispetto al servizio prestato". "Insomma", tuona Torselli, "una serie di anomalie che configurano le ipotesi di una truffa aggravata ai danni del comune di Firenze, ai sensi dell’Art. 640 del Codice Penale". Gara al ribasso - “Abbiamo tutti gli elementi – ha spiegato il consigliere – per dubitare della legittimità della gara, svoltasi con il sistema Si.Ge.Me. (mercato elettronico), con la quale è stato assegnato il servizio di controllo accessi in occasione del torneo 2014 di calcio storico fiorentino, nonché sulle modalità con le quali questo servizio sia stato svolto. Non capiamo i motivi per i quali il comune di Firenze abbia dichiarato valida un’offerta che prevedeva una prestazione di manodopera ad un prezzo di 12,03 Euro/ora, quando il CCNL, 6° livello settore sport, prevede un minimo di 12,20 Euro/ora, senza peraltro che l’offerta contenesse nemmeno un Euro destinato ai costi per la sicurezza dei lavoratori, obbligatori secondo la normativa vigente, così come ribadito nel pronunciamento n. 4849/2010 della V sezione del Consiglio di Stato”. I lavoratori - E ancora: “Ci lasciano decisamente perplessi – ha proseguito Torselli – come ad esempio i nominativi dei lavoratori effettivamente impiegati, che risultano differenti (di 31 nominativi su 70 per la giornata del 14/06 e di 24 nominativi su 70 per la giornata del 15/06) rispetto a quelli che l’azienda aggiudicataria del servizio avrebbe dovuto obbligatoriamente presentare contestualmente all’offerta. C’è poi la questione delle presenze effettive: gli addetti al controllo accessi sarebbero dovuti essere 70 per la giornata del 14 giugno e 70 per la giornata del 15, ma secondo noi, in entrambe le giornate, gli addetti presenti sul posto di lavoro (che il comune non ha verificato) erano decisamente di meno”. “Da queste ultime considerazioni – ha continuato Torselli – si delinea il reato di truffa aggravata: la ditta aggiudicataria del servizio ha emesso una fattura al comune di Firenze (la n. 194 del 1/07/2014) di 11.266 Euro che, stando a quanto offerto, equivale a 72 servizi prestati per la giornata del 14 giugno ed altrettanti per la giornata del 15. Quindi, anche se fossero state rispettate le disposizioni di pubblica sicurezza (70 addetti per il 14/06 e 70 addetti per il 15/06) vi sarebbe un eccesso di 319,00 Euro tra quanto il comune dovrebbe pagare e quanto invece richiesto dalla ditta aggiudicataria del servizio. E siccome siamo certi che i servizi prestati non sono stati 70, né per la giornata del 14 giugno, né per la giornata del 15, evidentemente la truffa assume dimensioni anche maggiori. E stiamo ovviamente parlando di denaro pubblico”. L'inchiesta della Procura - Tutte queste considerazioni sono state poste in una interrogazione a Nardella nella seduta del consiglio comunale del 7 luglio scorso, alla quale ha risposto la vicesindaco Giachi, smentendole una per una e ribadendo l’assoluta regolarità, sia della gara che dello svolgimento del servizio. Ma Torselli ha voluto andare a fondo alla questione presentando un esposto al Questore. "La Polizia Amministrativa della Questura di Firenze", spiega il consigliere, "mi ha informato di aver concluso le proprie indagini e di aver ritenuto veritiere tutte le mie considerazioni, inviando il tutto alla Procura della Repubblica per procedere con l’accertamento della truffa aggravata ai danni del comune".

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