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Appello Ruby: cosa rischia Silvio Berlusconi

Da oggi il secondo grado dopo la condanna a sette anni del giugno 2013
di Matteo Legnani domenica 22 giugno 2014

1' di lettura

Era il 24 giugno 2013, quando Silvio Berlusconi venne condannato in primo grado a sette anni nel processo Ruby: sei per la concussione dei poliziotti della questura di Milano e uno per prostituzione minorile di Kharima El Marough. Oggi, a 361 giorni da quella sentenza, parte il processo d'appello. Salvo colpi di scena, la difesa (affidata agli avvocati Filippo Dinacci e Franco Coppi, non chiederà lo stop del processo per "legittimo sospetto" legato all'idea che i contrasti tra i pm Bruti Liberati e Robledo turbino la serenità e imparzialità dei giudici. Ma di sicuro farà presente la necessità di preparare settimana prossima l'arringa per Pier Silvio Berlusconi nel processo Mediatrade, e dunque chiederà che i giudici fissino udienze a tappe non forzate. L'biettivo è che la sentenza, che potrebbe arrivare già alla fine di luglio, slitti invece a metà settembre. Berlusconi, in caso di conferma della sentenza di condanna, rischia grosso. Perchè i tre anni (su quattro) della sentenza Mediaset condonati grazie all'indulto del 2006, tornerebbero a rivivere in caso di condanna definitiva nel processo Ruby, per un cumulo di 10 anni di carcere (7+3) che sarebbe ben oltre il limite dei servizi sociali. A quel punto, il Cav finirebbe sicuramente ai domiciliari, ma non è escluso che possano aprirglisi pure le porte della cella.

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