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Ascoli, il giudice nega le riviste porno al boss: "Rischia di ricevere pizzini"

di Giovanni Ruggiero domenica 17 maggio 2015

2' di lettura

Anche un detenuto condannato al carcere duro del 41 bis ha diritto a sfogliare un giornaletto porno. Lo ha chiesto e ottenuto dal giudice l'avvocato Mauro Gionno, legale di Ascoli e difensore di tre detenuti nel supercarcere di Ascoli, ai quali sono state concesse piccole deroghe al totale isolamento imposto dal regime del 41 bis, non tutte però accolte con il favore del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. L'avvocato, scrive il Giorno, era riuscito a far cambiare il menu a uno dei suoi assistiti con problemi di salute: niente più carne e formaggi, ma ceci e fagioli. Un altro aveva potuto incontrare il figlio di due anni dalla sua parte del vetro in occasione dei colloqui. Le riviste - Ma sulla richiesta a luci rosse nessuna concessione. Il Dap si è opposto sia facendo ricorso alla decisione del giudice, sia non applicando semplicemente le disposizioni del magistrato di sorveglianza. Il ricorso è stato respinto, ma la direzione del carcere avrebbe fatto finta di niente, rimanendo ferma sulla propria posizione. L'avvocato Gionno non si è arreso e ha presentato altri esposti alla Procura di Roma e di Ascoli, chiedendo accertamenti sul carcere. I dubbi del Dap sono emersi in aula di tribunale quando si è discusso proprio sulle richieste avanzate dai detenuti: su diverse riviste porno ci sono annunci a pagamento che offrono servizi di varia natura. I detenuti al 41 bis non possono avere contatti con l'esterno di nessun genere, se non preventivamente autorizzati e sempre sotto controllo. Il timore del Dap è quindi che in quegli annunci si possano nascondere "pizzini hard", messaggi in codice nascosti tra un centro massaggi e una linea telefonica hot. Erano stati trovati giornali senza annunci, ma anche questo non è bastato per convincere il ministero.

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carcere duro
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