Sottosegretario

Andrea Delmastro, "ci sarà un giudice a Berlino": la sfida del sottosegretario

"Inconsueto": così il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro ha commentato al Corriere della Sera il secondo rinvio a giudizio per il caso Cospito. Nonostante questo, però, l’esponente di spicco di Fratelli d'Italia ha detto di non avere alcuna intenzione di dimettersi: “Assolutamente no. Ma intendo continuare ad esercitare il mio ruolo, al meglio, all’interno del ministero della Giustizia. Così come mi è stato chiesto dai tanti che in questo momento mi stanno testimoniando solidarietà per questo inconsueto rinvio a giudizio”.

Il sottosegretario, poi, ha messo in evidenza il fatto che il procedimento giudiziario che lo vede coinvolto sarebbe piuttosto anomalo: ”Quindi sarò uno dei pochi sotto il profilo giuridico che in dibattimento sarà dalla stessa parte della barricata del pm. Ai posteri l’ardua sentenza”. A lui, in particolare, viene contestata la presunta divulgazione di segreti d’ufficio. “Da cattolico non dispero mai. Ci sarà prima o poi un giudice a Berlino che riconoscerà che non c’è segreto e quindi non c’è reato”, ha poi aggiunto. Secondo lui, i verbali utilizzati dal collega Giovanni Donzelli in Aula sulla visita della delegazione del Pd all'anarchico Alfredo Cospito in carcere non apparterrebbero alla categoria del "segreto di Stato". 

 

 

 

Un concetto espresso anche dal ministro della Giustizia Carlo Nordio. “La limitata divulgazione nulla c’entra col segreto di Stato - ha spiegato ancora Delmastro -. I segreti li decide la legge. Sono tassativi e tipizzati per questo”. Sul rinvio a giudizio, poi, ha detto: "Non me lo aspettavo, ma sono orgoglioso di quello che ho fatto. Non ho passato alcuna carta. Ho risposto alla domanda di Donzelli, cosa che è mio dovere fare e faccio con qualsiasi parlamentare. Sono orgoglioso di aver fronteggiato l’attacco frontale al 41 bis di terroristi e anarchici in combutta con la criminalità organizzata e della mafia”. 

Delmastro, infine, spera che le tensioni di questi giorni tra politica e magistratura non abbiano ripercussioni sulla sua vicenda: “Il mio alto senso di giustizia mi fa pensare che un giudice non percepisca il clima e valuti solo gli atti giudiziari. Aspetto con serenità il dibattimento che inizia il 12 marzo per poter dimostrare che non ho compiuto alcun reato. E terminerò il mio mandato svolgendo al meglio il mio compito”.