Gli aumenti dell'1,5% delle tariffe autostradali potrebbero essere solo un assaggio della stangata in arrivo a giugno. Tutto dipenderà dalla Commissione Ue che entro fine gennaio dovrà valutare sul prolungamento pluriennale delle concessioni deciso dal governo italiano. Se l'allungamento verrà giudicato illegittimo e contrario alle regole della giusta concorrenza di mercato, allora i singoli gestori saranno autorizzati a incassare il "delta", cioè la differenza tra la tariffa attuale e il tetto stabilito dal singolo contratto di concessione. Difficile quantificare l'eventuale aumento, ipotizzabile comunque in un 2,5% (tenendo conto che nel 2014 gli aumenti medi del pedaggio furono del 4%) e dunque un raddoppio sostanziale delle attuali tariffe. Concessioni d'oro: chi ha guadagnato di più - Se viceversa l'Unione europea dirà di sì alla mossa del governo Renzi, allora i gestori delle autostrade continueranno a incassare sulla pelle, anzi le tasche degli automobilisti un po' come fatto negli ultimi 12 mesi. Il Fatto quotidiano stila la mappa dei guadagni registrati nel 2013 dai singoli contrattisti. Rispetto al 2013, la Brescia-Padova incasserà 5,6 milioni di euro in più. Le Autovie Venete (che hanno prolungato la concessione dal 2017 al 2038) 3,1 milioni, la Milano-Serravalle-Tangenziali 3,7 milioni, la Strada dei Parchi 2,7 milioni. Il gruppo Gavio, gran sostenitore di Renzi, nel 2015 incasserà 18 milioni in più (6,7 da Torino-Milano e Torino-Piacenza, 2,3 da Autostrade Valdostane, 2,6 da Autostrada dei Fiori, 3,2 da Autostrade liguri-toscane, 1,5 da Autocamionale della Cisa, 1,2 dalla Torino-Savona). Autostrade per l'Italia dei Benetton, invece, guadagneranno circa 50 milioni di euro in più ma in ogni caso non incasseranno a giugno, non avendo chiesto il prolungamento della concessione.