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Genova, alluvione, danni e polemiche: "2,5 miliardi di euro non usati per il territorio". Allerta fino alle 12 di sabato

di Giulio Bucchi domenica 12 ottobre 2014

3' di lettura

Prima la bomba d'acqua, poi le critiche e le contestazioni. Una scena che a Genova, come in molte altre parti d'Italia, si ripete troppo spesso. Nella notte tra giovedì e venerdì una pioggia torrenziale ha causato un morto (un infermiere 57enne) e danni per centinaia di migliaia di euro nel capoluogo ligure, dove sono esondati i torrenti Bisagno, Rio Feregiano e Sturla, inondando le strade di acqua, fango e detriti. Auto distrutte, cantine allagate, abitanti bloccati nei piani alti, con lo stato di allerta 2 idrogeologica, il massimo grado, prolungato fino alle 12 di sabato su Genova, Savona, La Spezia e le aree interne di Genova e La Spezia. Come già accaduto nel 2011, forse di più (nonostante allora le vittime furono sei), i genovesi puntano il dito sull'inefficienza di Comune e protezione civile. Mentre il premier Matteo Renzi ha preferito restare alla larga della città, i funzionari della Protezione civile sono stati insultati e aggrediti da cittadini inferociti, mentre il sindaco Marco Doria accusa: "Non ci è stato dato alcun allarme, abbiamo fatto il possibile. Purtroppo dobbiamo convivere con la fragilità di quest'area, Genova è un corpo malato per cui servono misure strutturali e non basta la Protezione civile, che è come l'aspirina".  Genova allagata: guarda il video amatoriale su LiberoTv   Esondano i torrenti: le foto impressionanti da Genova   "Due miliardi e mezzo di euro non usati" - Si aggiunge poi la polemica su fondi inutilizzati per la messa in sicurezza del territorio, tema caldissimo a Genova e non solo. "In Italia abbiamo ben 2,5 miliardi di euro, già disponibili, in cassa, ma non li spendiamo, rischiamo di perderli - è la denuncia di Gian Vito Graziano, presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi -. Questo è inquietante. I soldi ci sono ma è un problema di coordinamento ed anche di mentalità culturale". "Bisogna realizzare opere di messa in sicurezza tenendo conto del contesto per ottenere risultati compatibili con il territorio", ha proseguito Graziano. "Genova per dissesto idrogeologico credo sia la seconda città più pericolosa d'Europa - ha aggiunto Carlo Malgarotto, presidente dell'Ordine dei Geologi della Liguria - e dunque il territorio va gestito in maniera diversa. Bisogna ridisegnare il territorio in maniera sostenibile. Si potrebbe ad esempio trattenere le acque a monte cercando di diluirle durante il percorso. Non possiamo spostare mezza Liguria ma possiamo invece fare la prevenzione con interventi sostenibili. Da tempo diciamo che c’è la necessità di convocare tavoli istituzionali ma purtroppo questi tavoli non siamo noi che dobbiamo convocarli". Polemiche sul Tar - Ancora più concreta l'accusa sui lavori per la messa in sicurezza del torrente Bisagno nella zona della Foce. Trentacinque milioni di euro sono a disposizione per l'intervento ma sono bloccati a causa di tre sentenze amministrative, del Tar Liguria, del Consiglio di Stato e del Tar Lazio. Per questo il torrente Bisagno continua a scorrere all'aperto fino a Borgo Incrociati. "Se avessimo spesi quei soldi - è l'accusa del governatore Claudio Burlando - e l'opera fosse stata realizzata, avremmo salvato tante attività economiche e forse anche vita umana".

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