
Coronavirus, il direttore dell'ospedale di Lodi: "I veri numeri dell'emergenza"

Il direttore dell'ospedale di Lodi Stefano Paglia lavora ininterrottamente dal 20 febbraio quando fu chiamato per affrontare il primo caso di Coronavirus. Da allora è chiuso in corsia, moglie e figlie le vede solo via whatsapp. "Assomiglia a una maxiemergenza che però tende a ripetersi", spiega Paglia al Corriere della Sera: "Ed è molto sfidante per il personale, che deve essere ben organizzato e addestrato".
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Adesso, continua Paglia, "abbiamo soprattutto persone che vengono per patologie respiratorie. Ci sono due picchi, uno pomeridiano più lento e uno serale. In media ora abbiamo a Lodi circa 20 codici rossi al giorno, 30 gialli, 1-2 pazienti da intubare ogni 24 ore, 20 che hanno bisogno di assistenza respiratoria e circa 40 che necessitano di ossigeno. Non sono numeri da poco per la nostra struttura".
Numeri che verranno condivisi e confrontati con altri Paesi: "Stiamo mandando i dati relativi al consumo di materiali in modo che servano per prevedere le necessità in situazioni analoghe. E poi abbiamo fatto esperienza non solo in termini organizzativi ma anche clinici, nei criteri diagnostici anche radiologici e sierologici. Stiamo per confrontare le nostre osservazioni con i colleghi di Wuhan e le metteremo a disposizione della comunità scientifica non appena fatte le dovute verifiche".
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