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Il legale di Priebke: gli ebrei volevano metterci i piedi in testaIl lefebvriano: "Peccatore sì, criminale no"

di Lucia Esposito domenica 20 ottobre 2013

Erich Priebke

2' di lettura

  La notizia che Erich Priebke è stato sepolto in un luogo segreto tra l’Italia e la Germania, sembrava aver messo il punto finale a quello che era diventato un caso politico e diplomatico. Ma sembra proprio che in questa storia la parola fine non si possa proprio scrivere. Questa mattina, domenica 20 ottobre, in una dichiarazione all’agenzia Ansa, il legale di Priebke, Paolo Giachini dice: “Non ci siamo fatti mettere i piedi in testa né dalle autorità né dalla comunità ebraica. La famiglia di Priebke ha avuto quel che le spettava, il rispetto della salma che anche nei Paesi incivili é garantito, e il diritto alla pratica religiosa. Abbiamo ottenuto quel che volevamo. dopo una settimana di tentativi di prevaricazione", continua Giachini il quale non rivela dove sarà sepolta la salma. La messa. Intanto ieri nel trevigiano il prete lefebvriano Floriano Abrahamowicz ha celebrato una messa per l'ufficiale nazista.  La cerimonia – come riporta la Tribuna di Treviso - si è svolta nella “Domus Marcel”, la residenza del religioso negazionista ed era blindata da un cordone di polizia e carabinieri. Vi hanno partecipato una cinquantina di persone. Ha partecipato anche il sindaco di Resana Loris Mazzorato della Lega che alla Tribuna di Treviso ha detto: “Io non sono né meglio né peggio di Priebke - dice -. Anch’io eseguo ordini dallo Stato che hanno ripercussioni negative sui miei cittadini. Sono costretto ad applicare leggi criminali, imporre tasse che affamano le famiglie e sono causa di suicidi, come quelli degli imprenditori. Io condanno ciò che ha fatto Erich Priebke, ha eseguito degli ordini deplorevoli. Ma io, da sindaco, faccio lo stesso. A volte mi chiedo come ci giudicherà la storia”. ll commento - Don  Floriano ha invece detto che "Le leggi orrende della guerra ancorate nel diritto internazionale non sono colpa del semplice soldato. «I requiem per Priebke è un atto dovuto in quanto Priebke è morto da cattolico. Questo requiem non è un funerale perchè la salma non c'è. Si prega per il defunto e si applicano al defunto i meriti della morte e della risurrezione di Gesù Cristo realmente presente nel santo sacrificio della messa. Insomma - ha proseguito Abrahamowicz - si prega per il povero peccatore Priebke. Ma attenzione: peccatore sì, criminale di guerra no”.    

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