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La rabbia del padre di Melissa"Portatemi quell'uomo"

Parla la famiglia della ragazzina uccisa dalla Bomba a Brindisi: "Per il killer non provo nulla, per me non esiste. Non è un padre"
di Andrea Tempestini sabato 9 giugno 2012

Il padre di Melissa, uccisa dalla bomba davanti a scuola

2' di lettura

Dopo la cattura della bestia che ha confessato di aver confezionato e fatto esplodere la bomba davanti alla scuola Morvillo-Falcone, prende la parola il padre di Melissa Bassi, la ragazzina di 16 anni morta nella deflagrazione del 19 maggio. La prima uscita pubblica per il padre, Massimo Bassi. Al suo fianco la moglie, uscita pochi fiorni fa dall'ospedale dove era stata ricoverata in seguito alla morte di Melissa: la donna, gli occhiali scuri sugli occhi e l'aria distrutta, non ha voluto parlare. Il padre di Melissa: "Portatemi il killer" Siete d'accordo? Votate il sondaggio "Ringrazio mia moglie" - Il padre a cui hanno spezzato la vita di una figlia ha subito voluto ringraziare la moglie per aver avuto la forza di essere presente. "Non provo alcun sentimento per questa persona, è come se non esistesse. Non è un padre di famiglia - ha sottolineato Massimo Bassi riferendosi al killer-, se lo fosse stato non sarebbe arrivato a fare questa brutta cosa. E invece tutto potevo pensare, ma quest’uomo ha dei figli, dei nipoti. Quella persona per me non esiste".  "Perché non me lo portano qua?" - Il padre ha poi affrontato le domande dei cronisti e ha speigato che Giovanni Vantaggiato, questo il nome del bombarolo, "non esiste per me, lo ripeto, non esiste". Lei aveva mai pensato che dietro ci potesse essere la criminalità organizzata? "Non lo ho mai pensato - ha spiegato -, perché fare quelle cose la a dei bambini è impossibile". Quindi è stata riportata la frase di un amica di Melissa, che "spinta dall'onda emotiva" si chiedeva perché "non ce lo portano qua, a noi", l'assassino. "Mi associo a quella ragazzina - ha risposto il padre -. Mi associo. Comunque giustizia è stata fatta. Penserà chi di dovere a cosa fare. Ma la rabbia delle persone è questa qua. Si dice così". "Non so come chiamarlo" - E ancora, il padre spezzato dal dolore, ha aggiunto: "Questa persona non so nemmeno come chiamarla, non riesco a trovare il termine giusto. Immagino questi 20 giorni che ha trascorso con la sua famiglia, con le sue figlie, ha mangiato insieme e come tutti gli italiani avranno commentato la notizia dell’attentato. Per me questa persona, sempre se la possiamo definire persona, non è un padre - ha ribadito -. Ha spezzato la mia famiglia, ha spezzato anche la sua famiglia e coinvolto un sacco di altri ragazzi in questa brutta esperienza".  

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