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Il lascito Schulhof al Guggenheim di Venezia

Da Calder a Kapoor, da Fontana a Warhol, i maestri del Novecento approdano al Peggy grazie alla celebre collezionista
di Giulio Bucchi sabato 13 ottobre 2012

3' di lettura

  di Carlo Franza   Un esempio  forte per i musei italiani, specie di arte contemporanea, che annaspano fra mille problemi e la mancanza di risorse, grazie alla latitanza del ministro Ornaghi neppur presente alla Giornata dell'Amaci del 6 ottobre, è il Guggenheim di Venezia, il quale proprio in questi giorni si è arricchito del lascito della collezionista Hannelore B. Schulhof, venuta a mancare lo scorso febbraio, e del marito Rudolph (1912-1999). E mentre i lasciti e le mostre delle collezioni italiane prendono il via per l'estero, non ultima la collezione (con molte opere futuriste) dei titolari della storica Fonte d'Abisso di Parma e Milano approdata a Lugano, ecco arrivare a Venezia i cassoni di ben 83 nuove opere d'arte italiana, europea e americana, che daranno alla collezione Peggy Guggenheim di Venezia una ulteriore visibilità internazionale. Dai grandi cassoni usciranno opere-sculture di Alexander Calder (1898-1976) The Cow e Kapoor compreso sculture di altri 9 artisti e dipinti che rivoluzioneranno la già esistente collezione. Opere di grande valore storico artistico, afferma Philip Rylands direttore del Peggy, che daranno al patrimonio italiano un segnale di come sia doveroso dover porgere attenzione all'arte e alla cultura, se si pensa - aggiungiamo noi -  a un futuro di crescita e nuova civiltà. Opere di maestri come Alberto Burri, Giuseppe Capogrossi, De Kooning, Lucio Fontana, Dubuffet, Jasper Johns, Judd, Rothko, Oldenburg, Frank Stella, Twombly, Warhol, Sol Lewitt, Marino Marini. Taluni maestri come Kapoor, Twombly, Burri e Capogrossi mancavano nel Museo. La grande opera di Calder sarà collocata sul Canal Grande e dunque visibile dal Ponte dell'Accademia. Altre sculture saranno posizionate nel secondo giardino del Museo appositamente - per l'occasione - dedicato ai Schulhof. Molte di queste opere dipinte, non bastando lo spazio dell'attuale sede museale, troveranno sistemazione in collezione permanente  negli spazi ove attualmente si trova la collezione Mattioli che via via sarà spostata nel palazzo delle mostre temporanee. E per le mostre temporanee che sono un po' la punta di diamante di questo museo d'eccellenza del contemporaneo, si guarda già a luoghi vicino a Palazzo Venier dei Leoni sede del Guggenheim . I donatori oggi hanno fatto arrivare il loro lascito a Venezia, grazie al figlio Michael P. Schulhof , e per di più in quello spazio della mecenate Guggenheim che essi incontrarono di persona alla Biennale del 1966, vincitore quell'anno del Gran Premio Julio Le Parc figura di spessore dell'arte cinetica, e da quell'incontro partì la decisione di collezionare arte del proprio tempo. I due coniugi amanti dell'arte e collezionisti  si erano sposati a Bruxelles, dove Hannelor Buck, cresciuta nella Germania nazista, era giunta poco prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, poi raggiunta dal fidanzato Rudolph di origini ceche. Da Bruxelles infine emigrarono negli Stati Uniti. Una collezione unica è questo arrivo italiano, che dà un tono diverso e nuovo  al Museo  sicchè artisti come Fontana e Warhol  accrescono le opere, di Sol Lewitt Cubo aperto e completo è un'opera di grandi dimensioni, di Frank Stella  dei quadrati concentrici del '79 e  di Jasper Johns un disegno  a matita delle tre bandiere, il famoso capolavoro esposto in Europa per la prima volta proprio alla Biennale del 1958.       

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