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Barbone bruciato, 4 fermi

"Volevamo divertirci"
di Silvia Tironi sabato 29 novembre 2008

2' di lettura

Hanno agito così, "per divertimento", dicono loro. Erano in quattro, tutti ragazzi di buona famiglia, della Rimini bene, lavoratori o studenti. Eppure quella sera, quando hanno visto quel barbone di 44 anni steso sulla panchina, tutto infagottato per proteggersi dal freddo, non ci hanno pensato due volte: hanno preso la benzina, l'hanno versata sul suo corpo assopito, quindi gli hanno dato fuoco. Le forze dell'ordine e gli inquirenti ne hanno chiesto l'arresto con l'accusa di tentato omicidio volontario e incendio; un'accusa gravissima per i quattro giovani riminesi, tutti incensurati e "modello" agli occhi di tutti, che hanno dato un duro colpo alle loro famiglie e all'intera comunità. Alessandro Bruschi, 20 anni, Enrico Giovanardi, 19, Fabio Volanti, 20 e Matteo Pagliarani, 19 sono i responsabili dell'attentato incendiario ad Andrea Saveri. Bruschi fa il barista, Giovanardi è un perito chimico tirocinante, Pagliarani è elettricista e Volanti uno studente universitario. L'operazione è stata battezzata 'Gioventù bruciata', ed è partita dalle testimonianze di alcuni cittadini; uno dei quali aveva segnalato di aver visto una macchina la cui targa conteneva una 'G'; altri hanno riferito di aver ascoltato alcuni strani discorsi da parte di un gruppo di giovani a proposito dell'episodio. La Mobile ha ottenuto l'autorizzazione per piazzare microfoni ambientali nei luoghi dove il gruppetto era solito riunirsi, e sono stati messi sotto controllo i telefoni cellulari di tutti i componenti. Da qui le prove dell'accaduto: i quattro parlavano apertamente del loro gesto, spesso preoccupati di come le indagini stavano andando avanti, almeno a leggere i giornali. Prelevati dalle loro case dagli agenti della Squadra mobile, prima hanno negato, quindi hanno confessato anche altri episodi di violenza contro le o stesso clochard: gli avevano tirato sassi e mortaretti. Per quanto riguarda il folle gesto dell 10 novembre scorso,i quattro non hanno saputo trovare alcuna giustificazione: voleva essere solo una terribile bravata, nessuna matrice politica o razzista. Ilsenzatetto , che ha riportato ustioni di secondo e terzo grado sul cinquanta per cento del corpo, è ancora ricoverato al Centro grandi ustionati di Padova.

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