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Telecom, Vodafone e Wind

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'pagate la condotta scorretta'

Carlotta Clerici
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 Non passa inosservata la condanna dei tre principali gestori telefonici italiani: TelecomItalia, Vodafone e Wind, multati per 345 mila euro a causa della loro condottacommerciale scorretta. La pioggia di sanzioni è connessa alla mancata restituzionedel credito a quegli  utenti che, consacrosanto diritto, avevano deciso di recedere il loro contratto e passare a unaltro operatore. Nello specifico: Telecom Italia dovrà sborsare 135 mila euro,Vodafone 115 mila e Wind 95 mila. A garantire l'effettiva, quanto obbligata,restituzione del credito residuo è la legge Bersani 40/2007 che aveva affidato ilcompito di controllare i risarcimenti all'Agcom (Autorità per le garanzie nellecomunicazioni). Adesso però, l'indagine effettuata dall'Antitrust ha messo inevidenza che le procedure per il rimborso del credito lasciano parecchio adesiderare. Per scoprire le magagne della condotta commerciale degli operatori, isegugi dell'Autorità per la concorrenza e il mercato hanno navigato per diversigiorni sui siti dei gestori. Un'indagine compiuta con ‘il metodo dell'acquacalda' ma che ha riacceso la questione sulla condotta ‘scorretta' di alcuni operatoriitaliani.  Fortunatamente, sembra cheadesso qualcosa si stia muovendo nella direzione giusta. Infatti, per restare intema di comportamenti corretti, questa mattina un giudice di pace ha stabilitoche le spese di spedizione della bollette telefoniche non possono essere acarico dell'utente, se la compagnia che le emette non ha adempiuto all'obbligodi fornire la prova che la clausola sia stata oggetto di specifica trattativacon il consumatore. Il giudice di Acireale ha infine condannando la Telecom alrisarcimento e al pagamento delle spese legali nei confronti di una cliente. Acommentare la sentenza, resa nota dal Codacons, è  l'avvocato Floriana Pisani,  sostenendo che “La portata dirompente dellapronuncia si concretizza nella dichiarazione di vessatorietà della normacontrattuale che prevede di addebitare il costo di spedizione delle bollettetelefoniche all'utente dichiarata nulla dal Giudice”. “Tutte le spese – aggiungel'avvocato citando la sentenza – sia quelle relative all'emissione dellafattura che quelle riguardanti la sua spedizione, non possono addebitarsi achicchessia ma rimangono definitivamente a carico di coloro che emettono lafattura”. Inoltre, secondo il Codacons “la questione è di rilevanza tutt'altroche marginale se si pensa che la sola Telecom, che vanta venti milioni diclienti attivi e addebita un costo spedizione della bolletta pari a 0,53 euro,riscuote indebitamente oltre 63 milioni di euro l'anno”.

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