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Silvia Romano, parla lo zio: "La passerella in aeroporto? Una stro***ta, poi in aereo c'è stata una discussione"

giovedì 14 maggio 2020

2' di lettura

Lo zio di Silvia Romano, Alberto Fumagalli, ha parlato con La Zanzara su Radio 24. Si è sfogato apertamente contro il governo per come ha gestito l'arrivo a Fiumicino della cooperante. Lo zio ha inoltre crtiicato la Ong per cui la nipote lavorava. Ha parlato poi della conversione di Silvia e ha anche rivelato un retroscena su cosa è successo prima che  scendesse dalle scalette dell'areo che l'aveva riportata in Italia. "Sono rimasto colpito dalla conversione, certo. Già era un simbolo politico, adesso è diventata un simbolo religioso. Io mi devo sincerare se lei vuole veramente questa cosa. Se tu vuoi bene ad una persona, se mio figlio diventa gay, non posso mica ammazzarlo se diventa gay. Qui è lo stesso discorso. Se è una scelta sua indipendente, fatta volontariamente, io voglio bene a Silvia, cosa faccio...? Io le posso bruciare il passaporto, ma se so che lei ci vuole andare veramente, non glielo brucio più sto passaporto.

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Poi le critiche all'ong Milele: "Ma lo sapete che stanno indagando sulla Milele, che non l’aveva registrata Silvia, la Farnesina non sapeva neanche fosse in quel posto. Principianti allo sbaraglio". Sposata? “Altra c**ta quella della relazione. Non è incinta e non ha avuto nessuna relazione.  Infine l'attacco al governo. “La cosa è stata gestita male da loro quando è scesa dall’aereo. Non dovevano esporla. Almeno lasciatela abbracciarsi nell’intimità in una saletta. Non so se avete notato la passerella con tutti i fotografi come a Cannes, ma cos’è sta stro***ta? Ci ha messo tanto a scendere dall'areo perché lì c’è stata una discussione. Vestita così non andava bene. La discussione ci sarà stata perché non volevano farla scendere conciata così. E poi lei è testarda. Non doveva scendere vestita in quel modo ed in più le doveva scendere ed andare subito in una stanzetta per raggiungere la famiglia. Non doveva essere un atto trionfale. Doveva essere una cosa intima, trionfale tra di noi che non la vedevamo da un anno e mezzo".

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