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Coronavirus in Veneto, nuovo focolaio? Il gesto omicida del primo contagiato: sa di essere positivo e se ne frega

venerdì 3 luglio 2020

2' di lettura

La rabbia di Luca Zaia la abbiamo vista tutti: ha parlato di tso e ricovero coatto. Già, il Veneto deve fare i conti con un rigurgito del coronavirus, un nuovo focolaio sorto dopo un viaggio nei Balcani di un manager dell'industria Laserjet srl di Pojana Maggiore, che ha sede nel vicentino. Ad ora sono cinque i positivi, oltre a una enorme quantità di persone messe in isolamento: 52 a Vicenza, 37 nel Veronese. Il viaggio del manager risale allo scorso 23 maggio. E Zaia, in conferenza stampa, ha ricostruito quanto successo. Il gruppo nei Balcani è entrato in contatto con un 70enne del posto, malato e positivo al Covid.19. Giovedì 25 giugno il dirigente e gli altri sono tornati nel Vicentino. 

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E una volta tornato, l'uomo, una sorta di nuovo paziente 0, ignaro del fatto di essere positivo, sabato 27 ha preso parte a un funerale e poi in serata a una cena di compleanno, una festa con un centinaio di persone ospitate in una cantina privata (dove era presente anche Joe Formaggio, consigliere regionale di FdI, il quale ha assicurato che all'evento sono state mantenute le norme di sicurezza). Il giorno successivo, la positività dell'uomo è divenuta evidente: colpito da problemi respiratori, è andato a farsi visitare prima in un ospedale del Basso Vicentino, poi al San Bortolo di Vicenza dove è stato riscontrato il contagio al coronavirus dal tampone naso-faringeo. A quel punto lo staff sanitario gli ha proposto il ricovero: l'uomo ha rifiutato ed è tornato a casa. 

Poi, l'idiozia inspiegabile, inaccettabile, ingiustificabile. Zaia ha ricostruito che l'uomo non è andato a casa in isolamento, ma ha fatto altri incontri di lavoro. Come se nulla fosse, in totale spregio alla vita e alla salute degli altri. E ancora, ha nuovamente rifiutato il ricovero, nonostante le telefonate con richieste insistenti da parte dell’azienda sanitaria e pure da parte del sindaco del suo paese. Il primo luglio, però, il ricovero è diventato inevitabile: l'uomo ora è in terapia intensiva, in gravi condizioni. Sono dunque queste le premesse della rabbia di Luca Zaia, che ha parlato di ricovero coatto e tso per i contagiati che rifiutano il trattamento. Una rabbia giustificata: per la follia irresponsabile di un singolo, il Veneto ora rischia un nuovo, profondo, contagio. E rischia dunque ulteriori misure restrittive.

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