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Immigrazione, nigeriani positivi devastano ospedale militare al Celio: "Avevano già provato a scappare", chi sono davvero

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Emergono nuovi inquietanti dettagli sui tre nigeriani che hanno messo a soqquadro l’ospedale militare di Celio a Roma nel tentativo di scappare. I tre asintomatici erano stati scortati da due volanti della polizia lo scorso 17 agosto: le due donne sarebbero prostitute, insieme all’uomo avevano già provato a scappare qualche ora prima da un centro di accoglienza di Grottaferrata, dove avevano riscontrato la loro positività. All’arrivo al Celio sono stati controllati tutti: all’uomo è stato trovato un punteruolo da 20 centimetri, mentre le due donne già iniziavano a protestare ed a chiedere di andar via.

Cosa che è possibile fare soltanto dopo essersi negativizzati: tutto sembra procedere normalmente, almeno fino al 28 agosto quando i tre nigeriani scatenano il panico per tentare la fuga. “Se non lavoriamo non mandiamo i soldi a casa”, è il grido delle donne, che sfasciano mobili e mordono un medico al quale strappano anche un pezzo della tuta. Il caso sta creando enorme imbarazzo politico mentre le autorità sanitarie sono molto preoccupate per i rischi di diffusione del contagio: la domanda principale è com’è possibile che tre migranti abbiano scatenato mezz’ora di inferno in un ospedale militare? Su di loro pende una denuncia per epidemia colposa, oltre che per danneggiamento, resistenza e lesioni: sono stati separati dagli altri ospiti dell’ospedale e messi in un’ala blindata. 

 

 

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