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Calabria, "come l'abbiamo ammazzata": imprenditrice scomparsa 4 anni fa, la testimonianza del pentito di 'ndrangheta

giovedì 7 gennaio 2021

2' di lettura

Una vicenda atroce. Raccontata da un collaboratore di giustizia - ma già gli inquirenti erano da tempo arrivati a una conclusione simile. Maria Chindamo era scomparsa il 6 maggio del 2016, prelevata a forza da "soggetti ignoti" mentre si trovava nella sua tenuta agricola di Limbadi, in provincia di Vibo Valentia: di lei non si è avuta più notizia. Si pensava a una vicenda di "lupara bianca" - esecuzione mafiosa di cui non si trova nemmeno il corpo della vittima. E in molti - investigatori compresi - mettevano in relazione la sparizione di Maria col fatto che, non molto tempo prima, l'ex compagno di lei, lasciato dalla donna, si era suicidato. Poteva dunque trattarsi di una vendetta familiare.

Peraltro, nel'ambito dell'inchiesta sul rapimento, era stato arrestato Salvatore Ascone, con l'accusa di aver manomesso il sistema di videosorveglianza dell'azienda della Chindamo proprio per non far emergere le immagini del sequestro. Ma si pensava per lui a un ruolo maginale all'interno, come detto, di una faida fra famiglie. Invece adesso - come rivelato dal quotidiano online "Il Vibonese", che ha pubblicato i verbali dell'interrogatorio - emerge che il "pentito" Antonio Cossidente ha spiegato come Ascone, detto "u pinnularu", sia in realtà un narcotrafficante di livello vicino al clan 'ndranghetistico Mancuso, nonché vicino di casa dell'imprenditrice.

Raccontando poi la storia che gli aveva a sua volta rivelato il suo compagno di cella Emanuele Macaluso, anch'egli collaboratore di giustizia, ma in quel momento reticente con gli inquiìrenti in seguito alle minacce ricevute dalla famiglia. Dunque Ascone - racconta il "pentito" - aveva messo gli occhi sui terreni di Maria, voleva annetterli ai suoi. Ma lei aveva sempre rifiutato di venderglieli. Lui aveva così deciso di toglierla di mezzo: l'avrebbe quindi fatta scomparire, «sapendo che la responsabilità sarebbe ricaduta sulla famiglia dell'ex marito». In seguito Maria sarebbe stata uccisa e poi «fatta macinare con un trattore o data in pasto ai maiali», conclude il "pentito".

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