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Napoli, Samuele caduto dal balcone e morto? "Ti butto giù, sei una schifezza": spunta un video terrificante

domenica 19 settembre 2021

2' di lettura

Samuele aveva tre anni. Morto. Caduto dal balcone a Napoli, il tutto in un antico palazzo al Rione Sanità. E per la sua morte è stato arrestato il domestico, Mariano Cannio, 38 anni, accusato di omicidio. L'uomo, con dei problemi psichici, colto da raptus avrebbe scaraventato il piccolino giù dal balcone, uccidendolo. Samuele è morto sul colpo. La madre è incinta, all'ottavo mese di gravidanza. Il padre, che nel momento della tragedia era nel negozio di un parente proprio sotto casa, è stato uno dei primi ad arrivare sul luogo della disgrazia. Una storia orribile.

E ora, ci si chiede perché il domestico abbia fatto ciò che è accusato di aver fatto. Mariano Cannio, per inciso, come racconta il Corriere della Sera lavorava in molte case di Napoli, perché il suo lo faceva bene. Un tizio strano, però: per esempio, ultimamente era convinto che volessero sfrattarlo, ma non c'era nulla che faceva pensare a qualcosa del genere. Una vita di solitudine, di paranoie, e anche se era di dominio pubblico il fatto che fosse in cura psichiatrica molte famiglie lo chiamavano per lavorare. Perché, come detto, era molto scrupoloso e attento.

Il movente resta un mistero. Ma in questo contesto fa capolino un misterioso video postato sul social Tik Tok e diventato virale in rete in poco tempo. Nel video, spiega sempre il Corsera, ecco Samuele, il bimbo, il quale afferma in napoletano: "Io ti butto giù perché sei una schifezza". Una frase strana, inconsueta, per un bambino di tre anni. Tanto che l'ipotesi, terrificante, è che il bimbo la ripetesse proprio perché la aveva sentita da qualcun altro. Magari da chi poi lo ha davvero buttato giù, magari davvero da Mariano Cannio. L'ipotesi, si apprende, non viene affatto scartata dagli inquirenti. Anche perché quelle immagini devono essere state girate da un adulto. La registrazione, per inciso, non è recente: avrà otto-nove mesi, tanto che Samuele indossa un pigiama di pile e dietro di lui sembra possibile scorgere qualche addobbo natalizio. Insomma, il collegamento con la disgrazia non è automatico. Ma il dubbio, atroce, resta.

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