Cerca
Cerca
+

Bollettino 18 dicembre: picco di ricoveri, 28.064 contagi e 123 morti. "Le zone gialle non servono, prepariamoci al peggio"

  • a
  • a
  • a

Le cifre del bollettino sull'emergenza Covid di oggi, sabato 18 dicembre, continuano a fare paura: sono 28.064 i nuovi casi, cifra in lieve a calo rispetto a ieri, quando ne sono stati registrati 28.632, quando però è stato registrato il record in questo 2021. In virtù di queste cifre sale a 5.364.852 il numero di persone che hanno contratto il virus e che sono state intercettate nel tracciamento. I morti nelle ultime 24 ore sono stati 123 rispetto ai 120 della vigilia, per un totale di vittime da febbraio 2020 pari a 135.544.

Nelle ultime 24 le persone guarite o dimesse sono state 12.430, per un totale di 4.881.836 da inizio pandemia. Gli attuali positivi al Covid risultano essere in tutto 347.472, pari a +15.504 rispetto a ieri (+14.038 il giorno prima).

Ma i dati peggiori sono quelli relativi alla pressione sul sistema ospedaliero: salgono di 86 i ricoveri in reparti ordinari, per un totale di 8.529 persone, e di 30 quelli in terapia intensiva, per un totale di 953 persone. 

Nell'ultimo giorno sono stati effettuati 697.740 tamponi, ovvero 28.580 più di ieri quando erano stati 669.160. In virtù delle cifre, resta stabile e altissimo il tasso di positività, al 4,02% rispetto al 4,3% della vigilia.

In questo contesto, piove il drammatico appello di Antonino Giarratano, presidente della Società italiana di anestesia, il quale interpellato dalla AdnKronos sulla diffusione di Omicron e sull'impatto nelle terapie intensive ha affermato: "Qualsiasi intervento preso oggi avrà dei risultati tra 15-20 giorni, questo vale per lockdown per vaccinati o meno, mentre le Regioni in zona gialla non servono a nulla - rimarca -. La variante Omicron corre e ci sarà un impatto, come già si vede, prima sui ricoveri in area media e poi sulle terapie intensive. Ci stiamo preparando al peggio, le aziende sanitarie stanno organizzando la riapertura e l’ampiamento dei reparti Covid. Siamo preoccupati ma anche preparati", ha concluso Giarratano.

Dai blog