Allarme rosso

Siccità, in Italia la situazione precipita: "Acqua razionata", ecco i comuni colpiti

Claudia Osmetti

I rincari del supermercato; le bollette che sono una mazzata; il pieno della macchina che, se va avanti così, ci conviene (letteralmente) pedalare e adesso pure i razionamenti dell'acqua. Sembra la tempesta perfetta (se non addirittura un po' sperata perché qui, se non piove, son dolori). Il fiume Po è in secca e 125 Comuni del Nord (cento in Piemonte e 25 in provincia di Bergamo) rischiano di chiudere i rubinetti, almeno nelle ore notturne. Mica per modo di dire: la richiesta, avanzata da alcune aziende che aderiscono a Utilitalia, la federazione degli operatori dei servizi pubblici dell'acqua, è una carta bollata che, se venisse accolta, sarebbe una mezza rivoluzione. E chi se li ricorda più, da quelle parti, gli acquedotti che vanno a singhiozzo? A Torino e dintorni, questa primavera, non ha piovuto per 111 giorni di fila: un record (negativo) che potrebbe mandare gambe all'aria tutto.

 

Agricoltura in testa. C'è poca neve sulle Alpi, i torrenti sono ridotti a un filo, i terreni sono aridi. Non c'entra la guerra in Ucraina, ma il risultato è l'ennesima stangata. La Lombardia si affida alla Valtellina, che è un po' la sua riserva di "oro blu": A2a, la società multi-utility dell'ambiente e dell'energia, da qualche giorno ha incrementato i rilasci di acqua dai bacini del Sondriese. Lì, da gennaio a maggio, le precipitazioni sono calate del 59%.

 

Nel Ferrarese è già stato «chiesto di prelevare meno acqua possibile» a circa 250mila persone, aggiunge Meuccio Borselli, segretario generale dell'Autorità distrettuale del fiume Po che «non aveva una portata così bassa da settant' anni. E la verità è che la vedremo ancora più bassa». Come a dire: andrà peggio. E poi c'è il Sud, quel Meridione che non dipende dai ghiacciai "in esaurimento", ma che i razionamenti di acqua li conosce per altri (e più antichi) motivi. Nel 2020 (sostiene la mappatura di quest' anno dell'Istat) in ben undici Comuni capoluogo di provincia sono state adottate misure di razionamento dell'acqua potabile, di riduzione o di sospensione dell'erogazione idrica: Cosenza, Trapani, Agrigento, Caltanissetta, Palermo, Reggio Calabria, Ragusa, Pescara, Enna, Avellino, Catania. La rete idrica nazionale, tra problemi e falle, perde 41 metri cubi al giorno ogni km di acquedotti nei capoluoghi di provincia. Non ci voleva.