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Cospito, ordigno davanti al Tribunale di Pisa: "Possiamo colpire"

sabato 25 febbraio 2023

2' di lettura

La Cassazione non si era ancora pronunciata a proposito del ricorso dell'anarchico Alfredo Cospito in sciopero della fame contro il regime 41 bis, ma i compagni, fuori, avevano già pianificato una delle azioni con le quali stanno minacciando le istituzioni. "Abbiano dimostrato che è possibile avvicinarsi ai palazzi del potere e colpire", ha scritto sul web il "Gruppo di Solidarietà Rivoluzionaria - Consegne a domicilio Fai/Fri" per rivendicare l’ordigno collocato all’ingresso del Tribunale di Pisa e disinnescato ieri dagli artificieri di Firenze. Lo aveva individuato ieri mattina intorno a mezzogiorno un passante che ne ha segnalato la presenza alla guardia giurata del tribunale, la quale ha poi avvertito la polizia. Il congegno non è esploso solo perché le fiamme appiccate alla carta usata come miccia si sono estinte prima di raggiungere il petardo.

"La notte del 21 febbraio abbiamo collocato un ordigno esplosivo nella porta di servizio del Tribunale di Pisa", si legge nella rivendicazione che stata accompagnata da un testo sulla nascita della Fai, la Federazione anarchica informale. Nelle immagini di video sorveglianza recuperate dagli inquirenti si notano due persone, incappucciate, che lunedì sera abbandonano l’ordigno accanto al Tribunale prima di accendere la miccia con una bomboletta di gas. "Non sappiamo se la deflagrazione sia avvenuta, ma ci teniamo a sottolineare che quest’azione assume un’importanza non da poco: abbiamo dimostrato che è possibile avvicinarsi ai palazzi del potere e colpire", continua la rivendicazione. L’ordigno, spiega Lapresse, "era costituito da una bottiglia incendiaria e da un grosso petardo, con la miccia costituita da un foglio di carta che era stato acceso ma che si è spento prima dell’innesco". Sulla vicenda sono in corso le indagini della Digos della questura di Pisa, coordinate dalla Procura della Repubblica. C'è da capire anche perché l'ordigno è rimasto inesploso davanti al Tribunale per ventiquattro ore prima di essere scoperto. 

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