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Giulia Cecchettin, venti minuti di "vigile agonia": come è morta

Melania Rizzoli
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Non è stata una morte rapida quella di Giulia, ma una lenta e dolorosa agonia che ha impiegato oltre 20minuti a fermare il suo giovane cuore. Dalle notizie trapelate dal medico legale che ha visionato il cadavere, emerge un macabro elenco di “ferite al volto, al collo, alle braccia e alle gambe, riconducibili alla azione di plurimi colpi penetranti di una o più armi bianche”, e dalle cronache giudiziarie abbiamo appreso che si è trattato di un coltello da cucina. Quando un’arma tagliente ed appuntita viene usata come fendente su un corpo, nel punto di penetrazione della lama si determina un modesto sanguinamento esterno nei confronti di una più estesa emorragia interna, se la ferita è particolarmente profonda, e soprattutto se il coltello ha interessato vasi di diversa natura.  Se infatti viene recisa una vena, il sangue defluisce più lentamente e in maniera costante, è di colore più scuro e la sua quantità dipende dal calibro dei piccoli o grandi vasi colpiti nel tragitto della lama, mentre quando l’emorragia è arteriosa il sangue fuoriesce a fiotti e senza tregua, in sincronia con i battiti cardiaci, è più abbondante, di colore rosso vivo, e tale perdita innesca una serie di sintomi molto specifici e a tratti drammatici.

FERITE DA TAGLIO
Le ferite da taglio rinvenute sulle braccia e le gambe della povera Giulia sono dovute molto probabilmente ai tentativi di difesa della ragazza per ostacolare le coltellate, ed avranno provocato ferite da pressione, strisciamento, e rotazione, forse non profonde, lesioni di norma non letali, mentre quelle sul collo, dove ci sono le importanti e vitali vene e arterie carotidee, che scorrono lateralmente e superficialmente, e di calibro importante, sono state sicuramente la causa della grave emorragia che ha portato a morte la vittima. Per descrivere l’agonia di Giulia bisognerebbe conoscere la sequenza temporale dei primi fendenti e soprattutto le parti del corpo dove sono stati inflitti, visto che la giovane ha avuto la forza di uscire dall’auto dove era stata sequestrata ed aggredita, in un breve tentativo di fuga finito poco dopo, quando è stata rapidamente raggiunta dal suo ex fidanzato, che ha continuato a pugnalarla e a farle sbattere la testa sul selciato, riducendo probabilmente di poco, con il trauma cranico, la sua coscienza, per riportarla quasi esanime a braccia nell’abitacolo della ormai famosa Punto.

 

 

ANCORA VIVA
Giulia però in quel momento era sicuramente ancora viva, perché anche un importante sanguinamento, che sia esterno o interno al corpo, non spegne la coscienza e la vita improvvisamente, poiché l’organismo mette in atto una serie di meccanismi di difesa e di allarme a salvaguardia degli organi vitali, in particolare del cuore e del cervello, richiamando a loro tutto il sangue periferico che irrora soprattutto il fegato, la milza, i reni e l’intestino. I primi sintomi di una emorragia copiosa ed in questo caso plurima, oltre al dolore lancinante della coltellate, consistono in un aumento della frequenza cardiaca e di quella respiratoria, con una immediata vasocostrizione periferica e generalizzata, nel tentativo di trattenere il volume plasmatico all’interno dei vasi, cosa che provoca un repentino raffreddamento di tutta la pelle del corpo, con sudorazione fredda e profusa, e un polso periferico sempre più debole e tachicardico, dovuto alla pressione del sangue che inizia a calare, in modo proporzionale al volume emorragico in perdita continua.

Il cuore infatti tende ad accelerare il suo battito per cercare di irrorare l’organismo il più possibile, e lo stato mentale di queste vittime resta ancora vigile, anche grazie alla scarica di adrenalina che viene immediatamente immessa nel sangue in segno di allerta, mentre i primi segni di alterazione della coscienza, dovuti ripeto alla ipovolemia e alla ipotensione, insorgono quando si perde oltre il 30% del volume plasmatico, quando cioè iniziano a comparire cambiamenti significativi dei segni vitali e del livello di coscienza, sintomi premonitori del grave shock emorragico, per la perdita copiosa del volume plasmatico, uno shock che, se non trattato tempestivamente, porta al danno cerebrale e cardiaco irreversibile, e quindi alla morte del paziente.

 


NEL BAGAGLIAIO
Dall’esame autoptico di Giulia si capirà meglio quali e quante lesioni le sono state inflitte, e soprattutto quali vasi arteriosi o venosi sono stati raggiunti e recisi dalle coltellate, ma non c’è ombra di dubbio che questa ragazza ha sentito il dolore delle coltellate, si è resa conto delle gravi ferite subite e della perdita di sangue, ha percepito la progressiva perdita di forze e assistito alla sua agonia ancora cosciente, per oltre 20 lunghi minuti di martirio, finché non è entrata in coma cerebrale e la grave emorragia ha spento lentamente la sua coscienza ed il suo cervello, fino a fermare il suo cuore per arresto cardiocircolatorio. A 22anni, nel bagagliaio di una Fiat Punto nera, a poche centinaia di metri dalla sua casa.

 

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