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Gino Cecchettin, l'abbraccio in chiesa con Vincenzo Gualzetti

martedì 5 dicembre 2023

2' di lettura

Una presenza discreta, quella di Vincenzo Gualzetti ai funerali di Giulia Cecchettin. E un abbraccio, straziante e potentissimo, a papà Gino. Due storie e due tragedie drammaticamente simili, a distanza di pochi anni l'una dall'altra. 

Vincenzo è il padre di Chiara Gualzetti, anche lei uccisa giovanissima a soli 15 anni nel giugno 2021 a Monteveglio in provincia di Bologna da un suo coetaneo. In quel caso, più che di amore malato si trattò di follia e violenza allo stato puro, disprezzo della vita altrui. Ma da allora il signor Gualzetti ha portato avanti una battaglia contro la violenza sulle donne che lo ha condotto fino alla Basilica di Santa Giustina, a Padova, per l'ultimo saluto a Giulia, massacrata a coltellate dall'ex fidanzato Filippo Turetta. Anche loro due, vittima e carnefice dal volto e dalla storia ordinarie, quotidiane. L'orrore della porta accanto.

Vincenzo a un certo punto dei funerali si è alzato, ha attraversato velocemente la navata della basilica poco dopo il rito della comunione e in lacrime ha stretto a sé Gino Cecchettin. "Mi è venuto spontaneo - ha detto al termine della cerimonia - di fare quel gesto. Giulia non meritava di morire, nessuno merita di perdere così una figlia". Con Gino "ci siamo scambiati i numeri di telefono e ci sentiremo", per condurre una battaglia comune.

"Caro Gino, oggi sarò accanto a te, al funerale della tua Giulia - aveva scritto prima dei funerali in una lettera aperta pubblicata dal Corriere della Sera -. Ci voglio essere e vorrei tanto abbracciarti, perché ho provato sulla mia pelle il calore di ogni singolo abbraccio quando è toccato a me essere 'il padre di una ragazza uccisa'. Siamo fratelli di un destino simile, io e te. Da quando il nome e il viso di Giulia sono entrati nella mia vita mi sono sentito anch'io un po' suo padre. Ho sperato per lei, pregato per lei, mi sono angosciato per lei, come se all'improvviso fossero tornate quelle ore di abisso vissute a casa mia, a giugno di tre anni fa". 

"L'avevo cercata per un giorno, uno solo. Mi ero arrampicato per ogni sentiero, avevo guardato dietro ogni cespuglio, ma — pensa che amara consolazione — il mio sgomento era durato appena un giorno. Non oso nemmeno immaginare cosa puoi aver vissuto tu per tutti quei giorni di buio aspettando di sapere... Anch'io, come te, non ho più mia moglie, e sono sicuro che il male che se l'è portata via sia cresciuto assieme al dolore per aver perduto Chiara. Anch'io, come te, cerco di ragionare e dare un senso a quello che è successo, anche se tutta questa violenza un senso non ce l'ha".

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