I dolci lombardi che non puoi perdere
Passeggiando per il centro di Milano in questi giorni è facile imbatersi in buongustai che escono dalle pasticcerie con in mano un bel panettone artigianale. Sì, perché se si pensa ai dolci lombardi, soprattutto nel periodo natalizio, beh non può che venirci in mente il panetùn, che mai come in questi ultimi anni è stato declinato in moltissime maniere: dal panettone tradizionale con le uvette ai più sofisticati gourmet, con dentro ogni ben di Dio. Questo, come detto, è un dolce milanese, ma che ha ormai conquistato non solo il resto della regione, ma il mondo intero.
La Lombardia, però è ricca di tradizioni dolciarie e non sarà un caso se quello che è ritenuto senza dubbi uno dei migliori pasticceri del mondo, Iginio Massari, sia un bresciano e quindi lombardo doc. A Pavia sono almeno due i dolci degni di nota. La Torta del Paradiso con un impasto soffice inventato da Enrico Vigoni nel 1878. La leggenda vuole che un frate scappato di nascosto dal convento per assaggiare questo dolce, una volta scoperto sia stato rinchiuso nella Certosa, con l’unico sfogo di poter replicare la ricetta della torta che i suoi confratelli, data la sua bontà e leggerezza, iniziarono a chiamare Torta del Paradiso. In Lomellina, a Parona, ci sono le Offelle biscotti a forma ovale che sono un po’ come le ciliege... uno tira l’altro. Mentre a Vigevano c’è il Dolce riso del Moro, in onore a Ludovico Sforza.
Restando in ambito di torte, a Mantova c’è la Sbrisolona, un dolce povero poi nobilitato dai Gonzaga che aggiunsero alla ricetta mandorle e nocciole tritate. Ma qui c’è anche la Torta Elvezia, e la Torta di San Biagio. Senza dimenticare la Mostarda che può essere tranquillamente abbinata ai dolci.
A Bergamo c’è la Torta del Donizzetti: una ciambella a base di farina, fecola, burro, zucchero, uova, ananas e albicocche candite, impreziosita dall’aroma della vaniglia e del maraschino. La leggenda narra che a commissionarla fu Gioacchino Rossini per alzare il morale di Donizzetti che soffriva per amore. In verità la torta nasce nel 1948 per celebrare il centenario della morte del compositore.
A Brescia sopola la Bussolà. È un dolce molto soffice, con un buco in mezzo, una nuvola che ricorda il burro e l’aroma del limone del Garda. Sembre a Brescia c’è la Persicata, una confettura a base di pesche e zucchero, che viene fatta solidificare e poi tagliata in piccoli parallelepipedi che vengono ricoperti di zucchero.
In Brianza spopola la Torta di latte o Torta paesana perché viene preparata lasciando il pane raffermo in ammollo nel latte. Oggi viene arricchita anche da frutta secca e cioccolato.
Tornando a Milano ecco il Pan de mej, cioè miglio. La tradizione vuole che si prepari per il 23 aprile, giorno in cui si celebra San Giorgio. Può durare anche da un anno con l’altro. A Sondrio, in Valtellina, c’è la Bisciola o panettone delle Alpi, nasce da un impasto a base di farina di segale lievitato naturalmente con un procedimento lento di 36 ore, arricchito con uva sultanina, miele, noci e fichi secchi.
A Cremona, ovvio, a farla da padrone è il Torrone che differisce da quello classico per l’aggiunta di aromi, ma anche per una meticolosa lavorazione artigianale. A Varese il dolce tipico della città è l’Amor polenta, una torta fatta usando in parte anche la farina di mais. Qui però siamo anche in terra di miele, e allora ecco il Gelato al Miele Varesino, un dolce estivo molto rinfrescante e nutriente che esalta il sapore e le proprietà benefiche contenute nel Miele Varesino. A Lodi ecco la Crema lodigiana che rende onore al mascarpone, di cui la cittadina è considerata patria. Con uova, zucchero e rhum, nell’800 veniva servita con la mostarda di frutta, oggi è perfetta con biscottini o panettone e ideale nei giorni più freddi. Poi c’è la Tortionata, diffusa già nel tardo Medioevo, è fatta con burro, farina e mandorle. E questo, credeteci sulla parola, è solo una parte dei dolci che potrete assaggiare in Lombardia.