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Impagnatiello zittito dalla sorella di Giulia: "Puoi scusarti per uno specchietto"

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Il processo a carico di Alessandro Impagnatiello, il killer di Giulia Tramontano e del figlio che portava in grembo, è cominciato. E alla prima udienza i familiari della ragazza uccisa in modo inaudito dal suo compagno hanno abbandonato l'aula. Una scelta forte per evitare si sentire le scuse (tardive e inutili) dell'assassino. La sorella di Giulia è stata la prima a lasciare l'aula, seguita poi dal papà. Solo la mamma è rimasta in aula ad ascoltare le parole di Impagnatiello.

E proprio la sorella di Giulia ha affidato a un post sui social il suo sfogo dopo le parole di Impagnatiello: "Puoi chiedere scusa se per errore hai urtato lo specchietto della mia auto. Non puoi chiedere scusa se hai avvelenato e ucciso mia sorella e mio nipote, prendendoci in giro e deridendone la sua figura. Non hai diritto a pronunciare, invocare o pensare a Giulia e Thiago dopo averli uccisi barbaramente. Meriti di svegliarti ogni giorno in galera. Ripensando a ciò che hai fatto e provando ribrezzo per te stesso".

 

Durissime anche le parole del legale della famiglia Tramontano: "Le dichiarazioni di Impagnatiello arrivano in un momento processuale in cui non può essere soggetto a domande, quindi ha pieno diritto e libertà di dire quello che ritiene più opportuno, giungono a distanza di sette mesi, ma sia Chiara Tramontano che il padre Franco hanno voluto uscire dall’aula", ha affermato l’avvocato Giovanni Cacciapuoti, legale della famiglia Tramontano, all’uscita dall’aula. "Impagnatiello non si è reso responsabile di un gesto estemporaneo, ma ha propinato per mesi veleno topicida alla compagna e al proprio figlio", ha ribadito il legale

 

 

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