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Askatasuna, 12 fermi per gli scontri a Torino. FdI: "La sinistra fermi la delibera"

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Il centro sociale di Askatasuna continua a restare in prima linea nelle coronache. Qualche giorno fa aveva parecchio fatto discutere la volontà da parte della giunta del Comune di Torino che aveva deliberato l'inserimento proprio del centro sociale nella lista dei beni comuni. A questo punto è intervenuto il ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, che di fatto ha fermato per il momento la follia varata dalla giunta di Torino con queste parole: "Ho chiesto elementi di approfondimento alla Prefettura di Torino", ma l’iniziativa in ogni caso "non può e non deve costituire in alcun modo una sorta di legittimazione o addirittura di premio per l’operato di un centro sociale che si è distinto negli anni per l'esercizio della violenza piuttosto che per il dialogo e il confronto democratico orientato al bene comune".

E oggi si aggiunge un altro elemento che mette il centro sociale sotto una luce inquietante. Sono infatti dodici le misure cautelari che sono state eseguite questa mattina per gli incidenti tra centri sociali e forze dell'ordine che si verificarono a Torino durante il corteo dello scorso 1 maggio 2022. La notizia è stata diffusa proprio dal centro sociale Askatasuna sui social che ha aggiunto: "giustizia ad orologeria?", riferendosi alla vicinanza con la delibera della giunta comunale di Torino che rendera' lo stabile occupato dal centro sociale in corso Regina Margherita 47 bene comune.

E i fermi hanno innescato la reazione di Fratelli d'Italia che con il vicecapogruppo, Augusta Montaruli, ha messo in chiaro le cose: "Le misure cautelari ad Askatasuna certificano il fallimento della delibera comunale sul nascere. Il centro sociale di Torino è evidentemente un pericolo attuale. Se la delibera va avanti la città si schiera con chi continua imperterrito e senza pentimento sulla strada della violenza politica. Sostanzialmente è già non attuabile. In ogni caso dando la parola ai cittadini con il referendum, il Sindaco di Torino dovrà definitivamente mettere in un cassetto la loro legalizzazione". 

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