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Rai, assalto alla Rai e scontri con la polizia? Napoli, chi spunta tra i manifestanti

martedì 13 febbraio 2024

2' di lettura

C'era anche Luigi De Magistris oggi 13 febbraio a Napoli durante una manifestazione organizzata all’esterno della sede Rai di Fuorigrotta. A scendere in strada diversi gruppi e movimenti che denunciano "la negazione del genocidio, la censura e la narrazione filo-israeliana della Rai, evidenziata dal comunicato dell’ad Sergio letto in diretta nazionale domenica scorsa" dopo le parole di Ghali al Festival di Sanremo.

"Boicotta Israele" e "Radio Televisione Italiana Stop genocidio", tra le frasi usate durante la protesta, ma anche "Intifada". Alcuni tra i manifestanti indossavano una maschera raffigurante il volto dell’alieno Rich Ciolino, che è salito con Ghali sul palco dell’Ariston. I movimenti parlano di "censura del genocidio in corso a Gaza" e di una "posizione apertamente filo-sionista espressa davanti a milioni di telespettatori".

Davanti ai cancelli della Rai erano presenti poliziotti in tenuta antisommossa. Le cariche sono partite quando i manifestanti si sono avvicinati con uno striscione. Almeno quattro le persone ferite a colpi di manganello e soccorse sul posto. Tra questi Dario Oropallo, del laboratorio politico Iskra, e Mimì Ercolano, di SiCobas, con una ferita alla testa. "Ho avuto una manganellata, si è resa necessaria una medicazione", sbotta. "Le forze dell’ordine erano schierate in assetto antisommossa, e non si capisce perché. La reazione alla nostra mobilitazione è stata assolutamente spropositata. Bisognerebbe parlare di pace, in Palestina è in atto un genocidio". E così Matteo Giardiello di Potere al Popolo, colpito da un manganello: "La Rai è la scorta mediatica di Israele. Non solo hanno letto a reti unificate un comunicato scandaloso, nel quale non si fa cenno minimamente a quello che è accaduto a Gaza, con quasi 30mila morti, ma, in più, una volta che siamo venuti qua per chiedere un incontro formale con la dirigenza, appena ci siamo avvicinati, la risposta è stata usare una violenza inaudita. In Italia, appena c’è una piccolissima voce che porta la verità, si risponde così. Pensiamo che ci sia paura della verità".

Al presidio c’era anche l’ex sindaco di Napoli ed ex magistrato De Magistris. "Ero davanti alla Rai di Napoli per protestare contro l’uso politico della televisione pubblica da parte dell’amministratore delegato Roberto Sergio che schiera la radiotelevisione pubblica italiana a favore dello Stato d’Israele prendendo le distanze dal cantante Ghali che aveva osato parlare di genocidio". "Il bilancio per chi ha chiesto giustizia per il popolo palestinese, la fine dell’occupazione israeliana, il cessate il fuoco, lo stop al genocidio e ai crimini di guerra dei sionisti israeliani, è di molte manganellate, con teste aperte e molto sangue. Tutti si devono schierare: o con gli oppressi o con gli oppressori. Io starò sempre dalla stessa parte della storia: per la Palestina libera fino alla vittoria", aggiunge De Magistris. Che conclude: "Io credo che lavoratori e lavoratrici Rai, i giornalisti, debbano scendere in campo per difendere il servizio pubblico. Chi oggi protesta lo fa per la verità, la giustizia, la Palestina, la libera informazione e il servizio pubblico. Lavoratori e lavoratrici della RAI devono far sentire la loro voce".

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