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Renna, il carabiniere eroe: come ha salvato con il suo corpo il 21enne che voleva suicidarsi

Tiziana Lapelosa
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Un vero eroe? Si vede dal coraggio. E da quelle frasi che, a chi eroe lo è per davvero, sempre vengono pronunciate dopo un’impresa: “Io? Non ho fatto nulla di speciale”, “Ho fatto quel che avrebbe fatto chiunque”. Nella trappola ci è “cascato” pure Gabriele Renna. «Non penso di aver fatto nulla di particolare» ha infatti detto dopo aver salvato la vita ad un ragazzo di 21 anni che di vivere proprio non ne voleva sapere. Ma che, quando si è ritrovato soccorso, tra i medici preoccupati per le sue condizioni di salute, ha realizzato che forse questa vita vale la pena viverla e, dunque, ringraziato Gabriele Renna, l’eroe in divisa che di anni ne ha 59 e che, forse, mai avrebbe immaginato di ritrovarsi in una situazione del genere.

È successo tutto sabato scorso, nella tarda mattinata. Una signora attenta e vispa alza gli occhi al cielo (gesto raro) e vede il suo vicino di casa adagiato su un cornicione che penzola dal sesto piano. S’impaurisce, pensa al peggio e va dritta dritta alla vicina caserma dei carabinieri per chiedere aiuto. Il maresciallo Renna non ci pensa due volte, chiama un suo sottoposto e insieme corrono il più velocemente possibile sotto al palazzo in cui da lì a poco si sarebbe potuto consumare l’irreversibile. È la frazione Lagobisione di Bobbio, nella Val Trebbia piacentina, la cui stazione dei carabinieri è guidata proprio da Renna.

Al militare dice di salire su e quando quest’ultimo sta per arrivare, ecco che succede l’imprevedibile: il 21enne, in stato confusionale e pare ubriaco, si lancia nel vuoto e Renna ha pochi secondi per decidere cosa fare. E che fa? Si mette nella sua traiettoria, di schiena, per attutire il colpo. Insieme, cadono a terra. L’impatto è forte, ma non tragico. Il ragazzo, trasportato in elisoccorso all’ospedale Maggiore di Parma, subisce traumi, è cosciente e non è in pericolo di vita. L’eroe resta illeso.

 

 

 

C’è da dire che Renna è in buona compagnia. Giovedì scorso, per esempio, il luogotenente dell’Arma dei Carabinieri Domenico Ferrara e il vice brigadiere Fabrizio Coco, hanno messo a rischio la propria vita gettandosi tra le fiamme di una abitazione a Cercola (Napoli) per salvare la vita ad una nonnina di 88 anni, costretta a letto. Hanno ricevuto il ringraziamento pubblico, via social, del premier Giorgia Meloni per «il coraggio e l’eroismo dimostrati». Lo scorso settembre, sempre militari dell’Arma, hanno salvato la vita ad una ragazza di 15 anni.

Pure lei voleva farla finita gettandosi da un ponte tra i comuni di Bologna e San Lazzaro. Allertati dal papà dell’adolescente, che aveva trovato lo zaino della figlia abbandonato sull’asfalto dopo aver geolocalizzato il telefonino della 15enne, il vice brigadiere Mattia Ciaffoni e l’appuntato scelto Francesco Cruciani, arrivati sul posto, si sono gettati in acqua e “circondato” la ragazzina con i propri corpi per evitare che andasse in ipotermia. La ragazzina ha visto la morte in faccia e adesso pure lei ha capito quanto sia preziosa questa vita nonostante i dolori che l’accompagnano.

 

 

 

Un ritorno alla vita per il 21enne, l’88enne e la 15enne grazie al coraggio di militari eroi che non sono soli. Il loro attaccamento alla vita degli altri si affianca a quello che ogni giorno manifestano anche tanti vigili del fuoco, operatori sanitari e tanta gente comune senza camici e senza divisa che nel silenzio quotidiano salvano vite a volte anche solo con un sorriso o una parola giusta.
Veri eroi. Che si vedono dal coraggio.
 

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