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Suviana, se il cardinale Zuppi parla come Landini

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Si sente parlare spesso- non di rado con ragione, purtroppo - di un decadimento generale del livello della nostra discussione pubblica: più bar che agorà, più urlo che ragionamento, più invettiva che persuasione, più emozione che argomentazione. Tutto vero: e chi è senza peccato scagli la prima pietra. In genere, si incolpano di questo stato di cose per un verso i politici, intrappolati come inconsapevoli criceti nella ruota di una campagna elettorale perenne, e per altro verso i talk-show, descritti come il luogo per antonomasia del wrestling verbale più che del pensiero articolato.

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