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La Regione paga ancora auto e stipendio a Marrazzo

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di Franco Bechis

Michela Ravalico
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Piero Marrazzo ha ancora un piccolo stipendio e i benefit che gli derivano proprio dalla carica di presidente della Regione Lazio che ha ricoperto formalmente fino all'insediamento di Renata Polverini. Non essendosi mai dimesso dall'incarico, il giornalista poi esponente di punta del Pd laziale è infatti restato presidente onorario della Fondazione Lazio per lo sviluppo dell'audiovisivo poi successivamente rinominata in Fondazione Roberto Rossellini per l'audiovisivo. L'incarico - che prevede un regolare stipendio e la concessione di un auto di servizio con autista a disposizione - è stato affidato a Marrazzo grazie a una modifica dello statuto della Fondazione depositata in Regione Lazio il 26 ottobre scorso, qualche giorno dopo l'arresto dei quattro carabinieri all'origine del trans-gate che avrebbe colpito Marrazzo, ma comunque prima delle sue dimissioni dalla carica. Secondo l'articolo 8 dello statuto della fondazione infatti sono suoi organi “il presidente onorario, il Presidente, il vicepresidente, l'assemblea dei fondatori, il consiglio di amministrazione, il direttore generale e il collegio dei revisori”. L'articolo successivo, il n. 9 stabilisce che “il presidente onorario della Fondazione è il Presidente della Regione Lazio in carica al momento della costituzione della Fondazione. Egli presiede l'assemblea dei fondatori e partecipa, senza diritto di voto, alle riunioni del consiglio di amministrazione”. Al successivo articolo 15 è scritto che “la carica di presidente dell'assemblea dei fondatori può essere remunerata con un compenso fissato dal consiglio di amministrazione, sentito il collegio dei revisori”. La Fondazione regionale per l'audiovisivo ha avuto giuridicamente i natali proprio su spinta di Marrazzo, che ne aveva fatto inserire la costituzione nella legge finanziaria regionale per il 2009. All'articolo 21 oltre alla sua nascita era previsto che nell'atto costitutivo e nello statuto fossero inserite “la promozione dell'industria dell'audiovisivo sul territorio e la realizzazione del Roma Fiction Fest, manifestazione internazionale annuale che promuove e premia il migliore prodotto del settore”, oltre alla “promozione e il sostegno di altre iniziative artistiche con finalità di intrattenimento e di divulgazione culturale” e infine “la promozione di studi, ricerche, corsi, convegni, rappresentazioni artistiche e culturali nonché altre manifestazioni nel settore dell'audiovisivo”. Lo stesso articolo stanziava 500mila euro per il 2009 per “gli oneri della partecipazione della Regione alla fondazione” e 5,5 milioni di euro a titolo di spese per il funzionamento. Entrambe le cifre sono state toccate al rialzo nella legge finanziaria regionale per il 2010. I 500mila euro sono saliti a 1,5 milioni di euro in bilancio. E le spese di funzionamento, destinate a coprire anche quelle del presidente onorario inizialmente non previste, sono passate da 5,5 a 5,9 milioni di euro. Di fatto l'incarico di Marrazzo è legato alla vita stessa della Fondazione, che in caso di insuccesso potrà solo essere messa in liquidazione devolvendo il proprio patrimonio alla Regione Lazio. In caso di successo invece quello di Marrazzo potrà restare un incarico a vita, anche perché lo statuto prevede che solo lui possa ricoprire la carica di presidente onorario e di presidente dell'assemblea dei fondatori. Un bel salvagente per l'ex politico del Pd (che come tutti gli altri godrà da ex consigliere regionale della liquidazione e del vitalizio), anche perché sembra piuttosto in salita la sua strada per un rientro operativo in Rai, azienda che gli aveva concesso obbligatoriamente l'aspettativa all'inizio del suo mandato. Marrazzo prima di iniziare la sua breve carriera politica, compromessa irrimediabilmente dall'incidente con i trans, conduceva infatti “Mi manda Rai Tre”. Da qualche tempo è iniziata la trattativa per il rientro, ma soluzione ancora non c'è. Una delle ipotesi valutate è quella di riprendere a fare scorrere lo stipendio senza al momento riprendere formalmente servizio. di Franco Bechis

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