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Giada Zanola "presa per le ginocchia e buttata giù". I rumors sul compagno

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Era "con ogni probabilità" ancora viva, Giada Zanola, quando il suo compagno Andrea Favero l'ha gettata già dal cavalcavia sulla A4, nodo di Padova, nel territorio di Vigonza.

Secondo quanto riportato dai quotidiani, dai primi risultati dell'esame autoptico, condotto dal medico legale Claudio Terranova, su richiesta del sostituto procuratore di Padova Giorgio Falcone, il corpo della vittima non presentava segni di strangolamento o ferite da taglio. L'ipotesi è che il 39enne l'abbia tramortita e non è escluso, al momento, che Giada Zanola possa essere stata drogata. Non è stato possibile risalire all'esatto orario della morte per le condizioni in cui versava il corpo della donna che, dopo il volo di una quindicina di metri, è finito sulla carreggiata dove è stato travolto da un tir di passaggio in autostrada.

 

 

 

A svelare dettagli sulla dinamica dell'omicidio era stato lo stesso Favero, in dichiarazioni rilasciate agli agenti di Polizia poi non confermate durante l'interrogatorio davanti al pm Falcone, in cui il compagno della Zanola ha parlato di un "vuoto di memoria". Ben diversa, come detto, la prima versione fornita.

 

 

 

"L'ho afferrata per le ginocchia e l'ho sollevata oltre la ringhiera", aveva detto l'uomo a proposito di quanto accaduto quella notte tra martedì e mercoledì scorsi, intorno alle 3.30. Poi, come ricorda il Corriere del Veneto, la decisione di revocare l'incarico al legale d'ufficio e avvalersi della facoltà di non rispondere davanti al pm, alla presenza di un nuovo avvocato di fiducia. Favero non ha mai detto nulla a proposito delle condizioni della compagna al momento del volo giù dal cavalcavia: ecco perché non è ancora chiaro se la ragazza fosse cosciente o meno.

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