Tadini, scena muta davanti al gip
Accuse pesanti per l'uomo: atti sessuali con minorenne
E' terminata con una scena muta la prima udienza del noto gallerista milanese Francesco Tadini, da ieri detenuto nel carcere di San Vittore con l'accusa di atti sessuali in cambio di denaro con minorenne e detenzione di materiale pedo-pornografico. Davanti al gip di Milano Micaela Curami, recatasi nel carcere per l'interrogatorio di garanzia, Tadini si è avvalso della facoltà di non rispondere. I capi di accusa per il milanese restano comunque pesanti, così come le prove a suo carico. Nel suo pc e nelle sue 'chiavette, infatti, gli investigatori, coordinati dal pm di Milano, Antonio Sangermano, avevano trovato circa 140 mila file, di cui 1250 fotografie con immagini di bambini sottoposti a brutali sevizie. Consapevole della gravità dell'inchiesta in cui era sottoposto (sfruttamento della prostituzione), già lo scorso mese di febbraio il 50enne figlio del pittore Emilio si era dimesso dalla funzione di responsabile dello Spazio Tadini.