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Filippo Turetta, il delirante audio registrato mentre guidava l'auto

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"Giulia, che cosa ho fatto?... 'Giu' dove sei?... Ho bisogno di te... Giulia Giulia Giulia... eri tutto per me... sei quello che volevo, mi manchi, mi manchi...": lo ha detto Filippo Turetta, il 22enne di Vigonovo a processo per l'omicidio della ex, Giulia Cecchettin, in un audio inedito che lui stesso ha registrato col suo cellulare mentre si trovava in fuga dopo il femminicidio, nella sua auto, in Germania. "Amore, bagigetta, patatina ... sono belle le scarpe cha abbiamo comprato... tu sei bellissima, sei la ragazza più bella e più importante dell’universo... voglio morire, voglio morire, voglio morire", si sente ancora nell'audio, registrato il 16 novembre dell'anno scorso, cinque giorni dopo l'uccisione di Giulia, e ora finito nel fascicolo processuale.

Dalle carte è emerso anche un biglietto che Turetta avrebbe scritto nel carcere di Halle e indirizzato probabilmente al suo avvocato. Il foglietto di carta, di cui il Corriere della Sera è entrato in possesso, era stato sequestrato in Germania dopo l'arresto del ragazzo. Nel biglietto, Filippo avrebbe chiesto anche del padre della sua ex, Gino Cecchettin: "Come sta Gino? Finirò in carcere a Venezia o Padova? Ci saranno tanti interrogatori o un processo solo come spero? Lei se la sente di difendere uno che ha commesso un crimine così terribile? La mia famiglia non subirà conseguenze vero? C’è già stato il funerale? Le hanno dato la laurea che meritava? Ci saranno tanti giornalisti, tanta gente al processo?".

 

 

 

Mentre si trovava nel carcere di Halle, in Germania, Turetta aveva scritto anche una lettera indirizzata ai genitori, pure questa finita sotto sequestro. Si tratta di quattro pagine - visionate dal Corriere - in cui il ragazzo parla dei tentativi falliti di suicidio e delle paure legate al clamore mediatico sollevato dal delitto. "Ho un po’ di paura a tornare in Italia... Non sapevo e non avrei immaginato che sarei diventato così famoso e questo mi fa paura. Ho generato tanto odio e tanta rabbia... Ho peggiorato il mondo in qualche modo. Mi merito tutto questo dopo quello che ho fatto - si legge nella lettera -. Non sono neanche riuscito ad uccidermi… vivrò la mia intera vita in carcere… non potrò più laurearmi, conoscere persone, avere una famiglia". 

 

 

 

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