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Capodanno, la ragazza molestata: "Pensavo di morire, perché non abbiamo sporto denuncia"

giovedì 9 gennaio 2025

2' di lettura

"Non abbiamo sporto denuncia in Italia perché sul momento non ci rendevamo conto della gravità dei fatti. Visto che avevamo il volo l'indomani abbiamo avuto solo una giornata per renderci conto di tutto, eravamo sotto choc e abbiamo passato il primo gennaio a parlarne tra noi: non ci è proprio venuto in mente". Queste le parole della studentessa belga che ha denunciato di aver subito violenze in piazza Duomo la notte di Capodanno in un'intervista che andrà in onda questa sera, giovedì 9 gennaio, a Dritto e Rovescio su Rete 4.

"Sono io che ho deciso di parlarne, i miei amici mi seguono dietro le quinte: mi mandano messaggi di sostegno ogni giorno, siamo tutti insieme ma ci metto io la faccia". La ragazza sottolinea che "questi fatti potevano essere evitati se la polizia fosse stata più presente in piazza perché erano troppo pochi in quel momento", sottolinea. Poi ripercorre quei momenti: "La prima cosa che ho detto alla mia migliore amica che tenevo per mano è stata 'sto per morire'. Sentivo che stava per succedere qualcosa di grave. Mi sentivo triste di non poter fare nulla e sporca. Mi sono sentita veramente sporcata. Tutto esulava dalla mia volontà", evidenzia.

Ecco il racconto: "Abbiamo deciso di andare a Milano con altri cinque amici, due ragazzi e quattro ragazze. Quando siamo arrivati nella piazza abbiamo notato che c'erano pochissimi turisti e anche pochi volti italiani. Poco prima di mezzanotte abbiamo sentito insulti rivolti all'Italia ma anche alle forze dell'ordine. Ci siamo subito domandate: 'Dove sono i milanesi e i turisti e cosa ci facciamo qua?", racconta. "Abbiamo deciso di entrare nella galleria pensando che fosse un posto sicuro ed è entrando nella galleria che siamo state circondate da circa 40 uomini che avevano dai 20 ai 40 anni che ci hanno bloccato la strada ed è lì che sono iniziati i palpeggiamenti", dice.

I dettagli: "Ci hanno toccato le parti intime, sia quelle superiori che quelle inferiori passando sotto i vestiti. I palpeggiamenti sono durati una decina di minuti, tempo lunghissimo ma in quel momento non te ne rendi conto: io sono fuggita grazie a un signore italiano che aveva tra i 40 e i 50 anni: voleva salvare sua moglie, il signore è riuscito a trarmi in salvo. Uscendo alla galleria ho incontrato la poliziotta e le ho detto quello che era successo in inglese, lei aveva le lacrime agli occhi e ha detto 'non posso fare nulla".

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