Uno degli elementi su cui si stanno soffermando molto le indagini del caso Garlasco bis sono le telefonate che Andrea Sempio, l’unico indagato su cui pende un accusa per concorso in omicidio, avrebbe fatto alla villetta a due piani di via Pascoli dei Poggi tra il 7 e l’8 agosto del 2007. Ossia cinque giorni prima l’omicidio di Chiara ma due giorni dopo la partenza del fratello della vittima, Marco, che (col resto della famiglia) era andato in Trentino per le vacanze. Quel tabulato presenta, oggi, alcuni dubbi e non sono di secondo piano. Primo: dato che Sempio e Marco Poggi sono amici strettissimi e, con la compagnia di altri tre ragazzi, si frequentano spesso, è possibile che il primo non sappia o non si ricordi che il secondo è fuori città? Sembra quantomeno improbabile. Però è quello che Sempio sostiene in un interrogatorio del 2017 e che viene messo a verbale.
Ma allora, secondo: questa versione è davvero credibile? E terzo: se in via ipotetica la risposta alla domanda precedente è negativa, perché Sempio chiama proprio casa Poggi sapendo che c’è solo Chiara e che sta studiando? Dall’inizio di gennaio di diciotto anni fa fino alla data maledetta del 13 agosto (il dì dell’assassinio), gli investigatori contano 38 telefonate, diciassette delle quali partono dall’utenza fissa di casa Poggi e arrivano al suo cellulare mentre una sola giunge nell’appartamento che Sempio condivide coi genitori (all’epoca dei fatti è poco più che maggiorenne). Il contrario succede solo «cinque volte in otto mesi, tre per avvisare del rientro di Marco a casa la sera», viene spiegato, «e due quando lui è già partito», ossia proprio in quei primi giorni del mese che sono, adesso, attenzionati dalla magistratura di Pavia.
Negli atti dell’inchiesta i telefonini c’entrano anche sotto un altro aspetto: quello dell’utenza della madre di Sempio che, secondo una delle ricostruzioni proposte, potrebbe “smontare” l’alibi del figlio essendo stata a Vigevano la mattina dell’omicidio. Ma il suo cellulare, in quelle ore, ha agganciato due celle: una a Garlasco e un’altra a Gambolò. Mai quella del piazzale Ducale di Vigevano.