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Ramy, rischio processo per Fares e il carabiniere: "Omicidio stradale"

giovedì 3 luglio 2025

2' di lettura

Rischiano il processo per omicidio stradale sia Fares Bouzidi, l'amico di Ramy Elgaml, sia il carabiniere che lo inseguì la notte dell'incidente stradale. Ramy, 19enne egiziano, è morto a Milano lo scorso novembre mentre era a bordo di uno scooter, guidato da Fares, che si è schiantato dopo un inseguimento con i carabinieri. Oggi la procura di Milano ha chiuso le indagini sull'incidente. E dunque entrambi, secondo i pm, avrebbero avuto delle responsabilità.

I pm Giancarla Serafini e Marco Cirigliano, della procura guidata da Marcello Viola, hanno però sottolineato delle differenze tra le presunte responsabilità: l'omicidio stradale contestato a Bouzidi è aggravato da una serie di violazioni al codice della strada, come la mancanza della patente e la guida sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. Mentre il capo d'imputazione per il carabiniere è un omicidio stradale "semplice" che contesta imprudenza e imperizia.

L’incidente in cui ha perso la vita Ramy è avvenuto al culmine di un lungo inseguimento, otto chilometri, durato venti minuti e terminato all’incrocio tra via Ripamonti e via Quaranta. La moto, inseguita dai carabinieri, ha perso il controllo e si è schiantata. Sempre per quella fuga, nei giorni scorsi Bouzidi è stato condannato a 2 anni e 8 mesi per resistenza a pubblico ufficiale. Domenico Romaniello, ingegnere consulente dei pm, nella sua relazione ha fatto presente che quando lo scooter tentò di svoltare a sinistra all'incrocio, sbandò e deviò improvvisamente a destra e il carabiniere dell'ultima macchina inseguitrice se lo trovò in traiettoria, non riuscendo quindi a sterzare né a sinistra né a destra. Il rischio era di travolgere o la moto o un passante. Tentò di frenare, ma per il consulente fu impossibile a quel punto evitare l'urto e lo schianto finale dei due mezzi verso un palo di un semaforo. 

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