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Acciughe ritirate: ecco le confezioni a rischio e cosa fare

di Roberto Tortora venerdì 4 luglio 2025

2' di lettura

Il Ministero della Salute ha reso noto di aver ritirato dal commercio un lotto di acciughe del Cantabrico, particolarmente gradite e consumate dagli italiani come antipasto, magari accompagnate da pane e burro. La causa è dettata da “valori istamina superiori alla norma”. Vietata al vendita, dunque, di filetti di acciughe in olio di oliva riserva speciale – Mar Cantabrico, dal peso netto 50 grammi, marchio Vicente Marino. Che cos’è l’instamina? Una sostanza  che si trova naturalmente in molti alimenti e che può causare reazioni indesiderate in persone con intolleranza o sensibilità. Un'elevata concentrazione di istamina negli alimenti potrebbe scatenare reazioni simili a quelle di allergie o intolleranze, come disturbi digestivi o problemi cutanei.

L’allerta, diramata 2 Luglio e datata 30 Giugno, riguarda confezioni ritirate dal commercio con scadenza 30 Maggio 2026. Il marchio che le commercializza è Comarcon Sas di Giuseppe Marino & C di Genova, lo stabilimento è ES 12.00747/S CE e il nome del produttore Conservas y salazones linda playa S.A., con sede dello stabilimento a Colindres (a circa 50 km da Santander), nella Cantabria in Spagna. Il Ministero chiede di non mangiare le acciughe in questione, ma riportarle in negozio e avere il rimborso. Si legge nella nota: “Non consumare il prodotto e riconsegnarlo al punto vendita”. Il professor Giorgio Calabrese, nutrizionista, docente universitario ed esperto di alimenti ha spiegato a Repubblica cos’è questa sostanza nociva: “L'istamina non è presente nel pesce al momento della pesca, ma si forma successivamente a causa dell'azione di batteri specifici presenti nel pesce stesso o che lo contaminano. Questi batteri, come Morganella, Klebsiella, Proteus, Hafnia, Enterobacter, Citrobacter e Vibrio, producono l'enzima istidina decarbossilasi che trasforma l'istidina in istamina. La conservazione inadeguata, che permette la proliferazione batterica, è la causa principale dell'aumento dell'istamina nel pesce.

L'ingestione di pesce con elevate concentrazioni di istamina – spiega il professor Calabrese - può provocare la sindrome sgombroide, che presenta sintomi simili a quelli di una reazione allergica. I sintomi possono includere rossore cutaneo, prurito, disturbi gastrointestinali, mal di testa, nausea, vomito, calo della pressione e tachicardia. In casi gravi, l'intossicazione da istamina può portare a shock con ipotensione e collasso cardiocircolatorio. È fondamentale assicurare una corretta conservazione del pesce, mantenendolo a temperature basse (surgelazione o refrigerazione) per rallentare la proliferazione batterica. Scegliere pesce fresco, di provenienza controllata e conservarlo adeguatamente a casa, è la conditio sine qua non. Va poi prestata attenzione ai prodotti ittici conservati, marinati, salati o essiccati, che possono essere più a rischio”.

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acciughe

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