Garlasco, qualcosa di nuovo bolle in pentola? Gianluca Zanella, volto del canale d’inchiesta Darkside, è tornato a esprimersi sulla vicenda dell'omicidio di Chiara Poggi. Lo ha fatto durante una puntata del programma Calibro 8, condotto da Francesco Borgonovo su Radio Cusano Campus.
Durante l’intervento, il giornalista ha ribadito la sua posizione critica nei confronti della condanna inflitta ad Alberto Stasi, ritenendo che gli elementi su cui si è basata fossero tutt’altro che solidi: "L’innocenza di Stasi, di cui io sono convinto, ma non per partito preso, paradossalmente è contenuta nella sentenza di condanna, perché, se la si legge senza preconcetti, ci si accorge della sua illogicità".
Secondo Zanella, il processo ha mostrato debolezze strutturali fin dall’inizio. A suo dire, "non poteva essere condannato con quella sentenza, con quel processo, con quelle indagini". E ancora, ha rimarcato come la condanna si fonda su sette indizi che, a suo avviso, non reggono. Una condanna indiziaria, insomma. Quei sette indizi, argomenta, "sono assolutamente un castello di carta fragilissimo, che sta crollando drammaticamente. Ma già all’epoca quei sette indizi erano smentiti da ciò che era presente in atti".
Ma le parole dal maggior peso specifico sono quelle che Zanella spende sulla nuova inchiesta. In primis spiega di non credere all’esistenza di un complotto finalizzato a ostacolare la verità. Eppure ipotizza che vi sia una certa resistenza nel rimettere mano a un caso così delicato, circostanza comprensibile per il dolore che può riemergere. Tra le ipotesi alternative al movente originario, ha escluso quella di matrice satanica, ritenendola poco credibile, mentre considera più realistica la possibilità di abusi sessuali insabbiati e mai esplorati a fondo dagli inquirenti.
"La procura di Pavia non vuol far trapelare granché, se non nulla. Infatti, sono tre mesi che giriamo intorno sempre alle stesse cose. Ma la prova scientifica non è quella per eccellenza: va contestualizzata e io sono abbastanza sicuro che ne abbiano raccolte altre, quindi bisognerà aspettare ottobre, la fine dell’incidente probatorio", ha concluso Zanella. La novità, dunque, sta nel fatto che a suo giudizio la procura di Pavia avrebbe in mano altro, ulteriori elementi che ancora non sono stati resi pubblici e che potrebbero imprimere una svolta definitiva al giallo di Garlasco.